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Immagine del redattoreLuca Ruocco

2010, La Stagione in Bilico - Parte III


First Stop from UK / CC BY, link below.

Tre piloti in cima alla classifica racchiusi in sei punti, meno di quanto guadagna il vincitore di una corsa sul secondo. Vettel, quinto in graduatoria, distante appena sedici lunghezze dal leader Hamilton. La F1 sbarca nuovamente in Europa per disputare quattro gare in cinque settimane prima della pausa estiva, dopo una serie di Gran Premi (qui le parti I e II del nostro racconto) tanto incerti quanto ricchi di controversie. Nulla di sconvolgente, visto il netto equilibrio emerso tra le forze. Nessuno, però, avrebbe potuto prevedere quattro corse tanto dense di polemiche e colpi di scena…


GRAN PREMIO D’EUROPA

Il tracciato cittadino di Valencia ospita per la terza volta consecutiva il Gran Premio d’Europa, denominazione assunta nel tempo da vari circuiti del Vecchio Continente tra cui Brands Hatch ed il Nürburgring. A differenza degli ultimi, la pista spagnola presenta un susseguirsi incessante di curve a 90° gradi intervallate da rettifili più o meno lunghi, fatto salvo per il settore finale leggermente più scorrevole e per l’ultimo, complicatissimo tornantino, da affrontare frenando a ruote storte. Durante le prove libere diverse scuderie presentano novità di rilievo, tutte frutto dell’interpretazione di concetti sviluppati dagli avversari: la Red Bull introduce il dispositivo F-Duct di scuola McLaren, mentre Mercedes, Renault e Ferrari – il team di Woking lo farà un mese dopo ad Hockenheim – presentano gli scarichi soffianti nel diffusore, punta di diamante della Red Bull RB6. Le qualifiche sembrano raccontare di una corsa senza storia: prima fila completamente Red Bull, con Vettel dopo diverse gare davanti a Webber, seguiti da Hamilton e Alonso. Tra i pretendenti al mondiale il solo Button, 7° in griglia, palesa maggiori difficoltà. Allo spegnimento dei semafori Hamilton e Alonso approfittano magistralmente di un'incertezza di Webber, che finisce in confusione fino a precipitare al 9° posto. Per salvare il salvabile al muretto Red Bull richiamano anticipatamente ai box l’australiano, montandogli gomme dure che sperano possano reggere l’intera corsa permettendogli un’agevole rimonta. Raggiunto Kovalainen, al volante della modesta Lotus verde-oro, Mark imposta un sorpasso scolastico, venendo però completamente preso in contropiede dal punto di staccata dell’avversario finlandese, estremamente anticipato viste le difficoltà della vettura a disposizione. Il tamponamento tra le due vetture fa decollare letteralmente la Red Bull di Webber, che fortunatamente esce incolume da uno degli incidenti più spaventosi dell’era moderna. Lo schianto ha però conseguenze su una corsa sino a quel momento soporifera: la Safety Car entra in pista proprio al sopraggiungere di Hamilton e Alonso. Lo spagnolo non la supera, mentre Hamilton dopo averla affiancata prosegue, infrangendo il regolamento. Alonso, furioso, deve completare un’intera tornata dietro la vettura di servizio, il che lo fa precipitare 10° dopo il cambio gomme. Hamilton sarà sì penalizzato con un drive-through, ma riuscirà a scontarlo senza perdere il secondo posto. Vince Vettel seguito dalle due McLaren, mentre il ferrarista termina 9° dopo aver subito negli ultimi giri il sorpasso di uno scatenato Kobayashi su Sauber, capace di infilare anche Buemi con un pregevole sorpasso all’ultima curva del GP che gli permette di conquistare sei preziosissimi punti.

CLASSIFICA: HAM 127, BUT 121, VET 115, WEB 103, ALO 98.


GRAN PREMIO DI GRAN BRETAGNA

Nuova gara, nuove polemiche. Nella cornice di un’inusuale Silverstone da lavori in corso, con le vetture che competono sulla pista rinnovata ma utilizzando ancora box e griglia di partenza classici (prima della curva Copse), le liti non aspettano la domenica. Sabato mattina, terze prove libere: le due Red Bull entrano in pista con ali anteriori diverse. Vettel monta la nuova specifica, Webber la più vecchia, così da poter valutare la bontà delle modifiche introdotte. La versione montata da Sebastian collassa dopo pochi giri, così il team decide di utilizzare sempre sulla vettura del tedesco l’ala nuova riservata a Mark. Apriti cielo: la scuderia sostiene di aver scelto esclusivamente in base alla classifica, ma il gesto è un ulteriore e decisivo tassello nel puzzle dei sospetti di Webber. La squadra pende a favore di Sebastian. In conferenza stampa dopo le qualifiche l’australiano – secondo dietro al tedesco, con Alonso 3° - non nasconde in alcun modo il profondo disappunto. Tanto che la domenica, al via, canalizza tutta la rabbia in uno scatto tanto poderoso da fargli guadagnare la testa della corsa. Vettel viene invece toccato leggermente da Hamilton, scattato benissimo dalla quarta piazza. Il tedesco subisce una foratura che lo costringerà ad una lunga e difficile rimonta, viste le difficoltà nei sorpassi, terminata al 7°posto dopo una bella lotta con i connazionali Sutil (Force India, al sesto arrivo a punti di fila) e Schumacher. La corsa delle Ferrari è invece praticamente una tragedia: Alonso, scattato malissimo, viene infilato da Rosberg e Kubica e poi attaccato brutalmente da Massa, con il quale entra in contatto due volte. Il brasiliano ha la peggio, poiché rimedia una foratura, mentre Fernando rimane bloccato dietro alla Renault del polacco. Lo riesce a passare solo dopo i pit-stop, tagliando però nettamente una chicane. Robert si ritira qualche giro dopo, così lo spagnolo non può restituire la posizione e viene penalizzato con un severissimo drive-through, comminatogli proprio in concomitanza all’entrata della Safety Car per detriti in pista. Risultato? Ultimissimo e 14° al traguardo, dopo un’ulteriore foratura. La corsa viene vinta da Webber davanti ad Hamilton e Rosberg, al terzo podio stagionale. Più di mille parole, l’atmosfera in Red Bull è perfettamente descritta dalla frase dell’australiano alla radio: ‘niente male per un secondo pilota’.

CLASSIFICA: HAM 145, BUT 133, WEB 128, VET 121, ALO 98.


GRAN PREMIO DI GERMANIA CORSA CHIAVE

L’apice delle polemiche – e delle ipocrisie – nel 2010 viene raggiunto ad Hockenheim. La veloce pista tedesca, seppur castrata rispetto agli anni d’oro, premia l’incessante lavoro di sviluppo condotto dalla Ferrari, con la F10 in realtà molto competitiva sin dall’aggiornamento di Valencia, progressione nascosta dalle gare sfortunate di Alonso e Massa in Spagna e a Silverstone. In qualifica Alonso stacca il secondo responso, a due millesimi da Vettel, mentre Massa è terzo. Al via il brasiliano balza in testa, sfruttando l’incertezza della Red Bull numero 5 che tenta invano di coprire Alonso. Il ritmo degli alfieri di Maranello è insostenibile per tutti, in particolare per Webber e le McLaren (clamorosamente lontane rispetto alle aspettative della vigilia e all’introduzione degli scarichi soffianti). Dopo il pit-stop il ritmo di Massa, ora su gomme dure, peggiora leggermente. Alonso si fa sempre più vicino al leader della corsa, tentando anche il sorpasso in qualche occasione. Quando negli specchietti dell’asturiano la figura di Vettel si fa sempre più vicina, Fernando chiede al muretto di prendere provvedimenti, scambiando le posizioni dei propri piloti. La mossa ha perfettamente senso, per quanto crudele nei confronti di Felipe: Alonso ha serie possibilità di giocarsi il titolo e, per quanto un sorpasso di Vettel sia improbabile, di vincere agevolmente la corsa tedesca. Il problema, se così si può definire, è che gli ordini di scuderia nel 2010 sono ancora vietati dalla FIA, norma strascico dei discutibili scambi di posizione tra Barrichello e Schumacher durante l'era d'oro delle rosse. Le scuderie aggirano impunemente la regola con svariati codici radio, che arrivano puntualmente alle orecchie di Massa nel corso della 48° tornata: ‘Fernando is faster than you’. La frase di Rob Smedley, ingegnere di pista del brasiliano, è divenuta celeberrima nel tempo. Dopo un episodio tanto palese, ed una multa di centomila euro alla Scuderia, il regolamento sarà finalmente privato di tanta ipocrisia, ma la conferenza stampa ad Hockenheim assume toni del tutto surreali. I giornalisti – soprattutto inglesi, aizzati dagli avversari della Ferrari nel mondiale – gridano allo scandalo, con le domande a raffica ovviamente dribblate da Fernando e Felipe per non ammettere la palese colpevolezza. Insomma, uno spettacolo che ridicolizza l’intero Circus. Mettendo tra l’altro in ombra una doppietta estremamente convincente per le Ferrari, seguite da Vettel, le due McLaren e Webber.

CLASSIFICA: HAM 157, BUT 143, WEB 136, VET 136, ALO 123.


GRAN PREMIO D’UNGHERIA

L’Hungaroring anche nel 2010 dona sensazioni a metà: è importante ottenere un buon risultato, per chiudere la prima parte della stagione in bellezza ed affrontare l’estate sereni. Allo stesso tempo, però, le indicazioni che fornisce sono peculiari e poco significative per il resto della stagione, visti gli importanti aggiornamenti che giungeranno sulle vetture a Spa e Singapore. Il tracciato magiaro, detto la Montecarlo senza muretti, è tortuoso e premia vetture agili e risparmiose degli pneumatici, tendendo ad offrire gare spettacolari solo in presenza di temporali estivi che portino scompiglio spazzando via l’afa mitteleuropea. La vigilia dell’edizione 2010 è comunque tesissima: nel paddock impazzano le discussioni sull’ordine di squadra della Ferrari ad Hockenheim, e la stessa Scuderia è messa sotto accusa assieme alla Red Bull dalla McLaren. Il team di Woking sostiene che la RB6 e la F10 dispongano di ali anteriori eccessivamente flessibili, capaci di sostenere i carichi statici imposti nei controlli tecnici per poi flettere in pista oltre quanto concede il regolamento. Irregolari o meno, tali monoposto dominano le qualifiche: Vettel precede Webber, seguono Alonso e Massa ad un secondo con il resto del gruppo ulteriormente distante. Hamilton e Button guidano una Mp4-25 in crisi nera nel lento: Lewis si ritirerà per noie al cambio mentre occupa la quinta posizione, mentre Jenson terminerà 8° e doppiato. La corsa verrà invece decisa da una Safety Car, chiamata dalla direzione gara per permettere ai commissari la pulizia di detriti persi dalla vettura di Liuzzi. Vettel e Alonso (2° dopo il via) scontano la sosta nel periodo di neutralizzazione, mentre Webber rimane in pista. Alla ripartenza Vettel viene penalizzato con un drive-through per aver lasciato troppa distanza tra sé ed il compagno di squadra: non riuscirà più a superare Alonso, pur riprendendolo nel finale, e si dovrà accontentare nonostante furiose lamentele del terzo gradino del podio. L’asturiano, secondo, nulla può contro la velocità di Webber, capace di guadagnare in pochi giri dopo la Safety Car il cuscinetto di tempo necessario ad effettuare la sosta mantenendo la testa della corsa. A centro gruppo, Schumacher e Barrichello sono protagonisti di un duello accesissimo, e rimasto molto famoso. Il brasiliano, su Williams, viene infatti stretto al muro da Michael in maniera a dir poco muscolare, con il tedesco decisissimo a difendere la decima posizione dagli attacchi dell'ex compagno di squadra. Il pilota Mercedes verrà penalizzato per tale gesto di dieci posizioni in griglia da scontare a Spa-Francorchamps.

La classifica con la quale il mondiale va in vacanza è corta oltre la più fervida immaginazione degli appassionati. Cinque piloti in venti punti, con 25 punti a disposizioni ad ogni corsa, renderanno le sette gare finali a dir poco roventi.

CLASSIFICA: WEB 161, HAM 157, VET 151, BUT 147, ALO 141.


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