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Immagine del redattoreLuca Ruocco

Bandiere a Scacchi - GP Gran Bretagna 2022


Duelli rusticani, incidenti paurosi e fortunatamente senza conseguenze, rimonte dal fondo e caos strategici. Il Gran Premio di Gran Bretagna ha davvero offerto tutto ciò che una corsa spettacolare possa riservare agli spettatori: chi, tra i venti piloti, avrà conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi?


MAX VERSTAPPEN, 7°: 🏁🏁🏁🏁

Fino a quando non raccoglie un detrito dell’incidente fratricida di casa Alpha Tauri, Max sembra avviato all’ennesima vittoria. Piegata la (flebile) resistenza di Sainz, non passato di poco alla seconda ripartenza, l’olandese sembra involarsi forte di un ritmo che, probabilmente, solo Leclerc a vettura integra avrebbe potuto contrastare. Al contrario, il danno al fondo lo obbliga ad una corsa paziente, indirizzata a cogliere quanti più punti possibili: missione compiuta.


SERGIO PEREZ, 2°: 🏁🏁🏁

Da un punto di vista puramente prestazionale, il fine settimana inglese è il peggiore dell’anno per Checo. Mai a livello di Verstappen, il messicano anche durante la rimonta dal fondo fatica a segnare i tempi di Mercedes e Ferrari; certo, ha responsabilità molto limitate nel contatto con Leclerc ed è alquanto sfortunato nel dover sostituire l’ala, ma solamente la Safety Car nel finale gli regala la possibilità di un risultato soddisfacente. Possibilità, è bene sottolinearlo, sfruttata magistralmente.


LEWIS HAMILTON, 3°: 🏁🏁🏁🏁🏁

Al netto delle prestazioni della propria monoposto, Hamilton è probabilmente il miglior pilota in pista a cavallo dell’intero fine settimana. Ottiene il massimo in qualifica e in gara, nonostante una seconda partenza meno fortunata della prima, recupera con pazienza la posizione su Norris e imprime un ritmo ultra-competitivo, soprattutto rispetto al vincitore Sainz. Una volta che Leclerc viene lasciato sfilare dal compagno di squadra, la vittoria si allontana dalla vista di Lewis; durante la Safety-Car, invece, le difficoltà sul dritto della W13 lo rendono vulnerabile soprattutto nei confronti di Perez, che lo sfila senza troppi problemi.

GEORGE RUSSELL, DNF: 🏁🏁

Un errore in qualifica rende difficile sin dalla partenza il fine settimana di casa di George. La strategia che lo vede scattare sulle Hard è più che comprensibile vista l’ottava casella al via, ma lo scatto a rilento lo rende vulnerabile e, nell’approcciare la prima curva, stringe la traiettoria senza rendersi conto di Gasly al suo fianco. Da lì si innesca la spaventosa carambola di Zhou, le cui condizioni sono verificate da Russell stesso dopo una lunga (e cavalleresca) corsa verso i rottami. La sua gara, comunque, finisce al primo via.


CHARLES LECLERC, 4°: 🏁🏁🏁🏁

Abbiamo parlato ampiamente qui di Leclerc, Sainz e dell’intero, discutibile e ultra-discusso Gran Premio a tinte Ferrari. Non resta, qui, che sottolineare il livello altissimo raggiunto da Leclerc durante la corsa. Dopo un errore netto in qualifica (mentre stava confezionando un giro da Pole Position), Leclerc non indovina due partenze di fila ma, a vettura danneggiata, si fa perdonare mostrando un ritmo imprendibile per chiunque altro (soprattutto su Hard) e meritando una vittoria che solamente una scelta sbagliata del muretto può soffiargli. Detto, fatto, con la difesa della posizione su Perez ed Hamilton nel finale al limite del commovente. Il sorpasso su Hamilton all'esterno di Copse rimarrà negli annali.

CARLOS SAINZ, 1°: 🏁🏁🏁🏁

La prima vittoria di Sainz arriva in circostanze che, purtroppo, almeno agli occhi del pubblico italiano renderanno alquanto indigesto il ricordo dell’impresa. Perché in fondo di impresa si tratta, come qualsiasi vittoria in Formula Uno, figurarsi la prima per un pilota che aspettava da 150 Gran Premi. Ergo, onore al merito, senza dimenticare il ritmo in corsa tutt’altro che eccezionale e l’errore che, ad inizio gara, aveva spalancato la strada della vittoria a Verstappen.


LANDO NORRIS, 6°: 🏁🏁🏁

Un’indecisione del muretto McLaren in occasione della Safety Car – allora in Ferrari non sono i soli! – costa la posizione nei confronti di Alonso, con Lando chiamato ai box un giro troppo tardi. L’inglese, prima di quel momento, conduce una corsa in solitaria a centro gruppo dopo aver ceduto in breve tempo alla pressione di Hamilton ad inizio gara. Nulla di trascendentale ma poteva inventarsi poco di più.


DANIEL RICCIARDO, 13°: 🏁

L’intero weekend di Silverstone, per Daniel, è un vero e proprio incubo. Lentissimo nelle libere rispetto a Norris, lentissimo in qualifica, inqualificabile in gara – perdonate il gioco di parole -. Il punto prestazionale raggiunto è forse il più basso della carriera in McLaren e l’australiano – con grande dignità – non ha problemi ad ammetterlo; possibile non ci sia una spiegazione esterna, come un danno al telaio, per la riproposizione di problemi ancor peggiori di quelli sperimentati a Barcellona?


ESTEBAN OCON, DNF: 🏁🏁🏁

Qualche problema alla batteria durante le qualifiche rende alquanto complesso superare il Q2 per il francese, che infatti parte molto indietro alla domenica. Fortunatamente Esteban rimane lontano dai contatti al via e, complice una coraggiosa strategia Soft-Hard, verso fine corsa può puntare ad un piccolo e insperato bottino di punti. Un guasto alla pompa del carburante lo costringe invece al primo ritiro stagionale.


FERNANDO ALONSO, 5°: 🏁🏁🏁

La corsa di Alonso si rivela tutto sommato anonima, seppur come ormai di consueto nel 2022 alquanto efficace. Fermato in qualifica da una gestione non proprio ottimale delle tempistiche e della carica della batteria, Fernando in gara è leggermente meno veloce di Norris ma rimane quel tanto vicino che basta a sopravanzare l’inglese in regime di Safety Car, complice l’incertezza del muretto McLaren. In quel momento, vista la battaglia tra Hamilton, Leclerc e Perez, Alonso sogna il podio; l’attacco alla Ferrari risulta però impossibile, e il 5° posto diventa il massimo traguardo raggiungibile. Raggiunto.


PIERRE GASLY, DNF: 🏁🏁🏁

Le enormi difficoltà del venerdì per le vetture bianco-blu vengono nascoste al sabato dalla pioggia, e alla domenica dal grande caos al via, che regala su un piatto d’argento la possibilità di lottare per qualche punto. Lo scellerato tentativo di soprasso di Tsunoda, purtroppo, rende inevitabile il ritiro, accompagnato da un enorme rammarico.

YUKI TSUNODA, DNF: 🏁

L’errore di valutazione nel tentativo di soprasso su Gasly, se preso avulso dal contesto in cui avviene, non è neanche eccessivamente grave. Può capitare nelle delicate fasi di un sorpasso a The Loop. Piuttosto, rovinare la gara al compagno di squadra e, indirettamente, all’unico pilota che conti in famiglia (Verstappen) avrà reso il dottor Marko una vera furia. Non vorremmo davvero trovarci nei panni di Yuki.


SEBASTIAN VETTEL, 9°: 🏁🏁🏁

Numerose difficoltà nel portare in temperatura le coperture al sabato costringono Sebastian ad una lunga rimonta dal fondo. Rimonta che, tamponamento involontario di Albon a parte, il tedesco conduce con attenzione, raziocinio e molta efficacia; peccato che alla ripartenza dalla Safety Car, complice la scelta delle Medie, Sebastian non possa difendersi da Schumacher e Verstappen.


LANCE STROLL, 11°: 🏁🏁

Ormai è una costante, eppure un ritmo tanto diverso rispetto a Vettel non era poi tanto preventivabile ad inizio stagione. Lance godeva di qualche favore del pronostico (esagerato) e diffuse convinzioni che avrebbe almeno viaggiato a livello di Seb; nulla di diverso, con il tedesco ‘esploso’ e lui che fatica in ogni frangente: asciutto, bagnato, qualifica e gara. Spiegazioni? Non pervenute.


ALEXANDER ALBON, DNF: 🏁🏁

La scelta di raffreddare le coperture in Q1 tra un giro e l’altro porta Albon ad una clamorosa eliminazione, nonostante la versione B della FW43 ad utilizzo esclusivo. La corsa del thailandese, poi, dura pochissimo; mentre inchioda per evitare Bottas, infatti, il pilota Red Bull viene tamponato da Vettel e finisce in un flipper di contatti che distruggono la sua vettura.


NICHOLAS LATIFI, 12°: 🏁🏁🏁

I meriti del canadese, autore del miglior fine settimana stagionale, non si esauriscono al sabato, quando Nicholas supera brillantemente Q1 e soprattutto Q2, indovinando un giro competitivo nel momento perfetto. In gara, infatti, nonostante l’arrivo fuori dalla zona punti Latifi si difende bene, soprattutto nei primi giri ed in partenza, e combatte per ogni posizione. Il tutto con una monoposto ‘vecchia’. Avesse iniziato così in Bahrein, parleremmo di una prospettiva di carriera molto, molto differente.


VALTTERI BOTTAS, DNF: 🏁🏁

Il passo delle Alfa, a Silverstone, non è mai quello di Alpine e McLaren, dirette concorrenti nella lotta al quarto posto tra i Costruttori. L’obiettivo, perciò, può solamente essere quello di minimizzare le perdite, operazione che fino all’ennesima rottura stava riuscendo a Bottas, risparmiato dal caos iniziale e più veloce delle Haas. Rimane la qualifica sottotono.


ZHOU GUANYU, DNF: 🏁🏁🏁

L’ennesimo sabato convincente perde d’importanza al via, quando Zhou è coinvolto in un incidente terrificante. Ci sarà da condurre attente analisi, dato che il rollo-hoop della C42 cede al primo impatto – la struttura particolare delle Alfa, come raccontato a Tech Talk a fine marzo dal DT di Hinwiil, è pensata proprio per risparmiare peso – e la monoposto striscia a tutta velocità sull’Halo, che salva la vita al cinese. L’importante, però, è che in Austria Zhou sarà di nuovo al volante; rispetto a ciò, ogni considerazione perde di rilevanza.


MICK SCHUMACHER, 8°: 🏁🏁🏁🏁

Finalmente a punti! Un sabato difficilissimo, nel quale Mick soffre lo sterzo mal registrato, relega il tedesco all’ultima fila dello schieramento. Schumi Jr, però, non si perde d’animo e, grazie ad una seconda partenza quasi perfetta, costruisce una rimonta gagliarda e convincente, impreziosita da un ritmo ottimo e buone possibilità di terminare nei primi dieci anche prima della Safety Car. La neutralizzazione gli permette di superare Vettel ma regala a Verstappen gomme nuove, grazie alle quali riesce a difendersi dagli attacchi continui, coraggiosi ma coscienziosi della Haas. Sbloccato?!?


KEVIN MAGNUSSEN, 10°: 🏁🏁🏁

In qualifica si difende relativamente meglio di Schumacher, complice anche una vettura più sana, ma in gara il ritmo rispetto al tedesco è leggermente inferiore. Tutto sommato, però, Kevin risale bene e torna finalmente a conquistare almeno un punticino. Non male, con lo sguardo al mega-aggiornamento previsto per l’Hungaroring.


Fonte immagine: Scuderia Ferrari / Twitter

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