L’asfalto scivoloso e le imprevedibili raffiche di vento hanno trasformato i saliscendi della spettacolare pista portoghese, già fonte di alienanti tormentoni da radiocronaca in salsa maccheronica, in un vero e proprio terno al lotto tecnico capace di ribaltare le gerarchie della vigilia. Quale pilota avrà conquistato tutte e cinque le bandiere a scacchi, al termine di una corsa intensa solo per metà?
LEWIS HAMILTON, 1°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Si complica la vita in qualifica e alla ripartenza dopo la Safety Car iniziale. Una volta ritrovata la concentrazione, però, estrae dal cilindro una cinquantina di tornate che strizzano clamorosamente l’occhio alle arti del prestigio applicate al motorismo. Pressa Verstappen quel tanto che basta a condurlo alla sbavatura, ne approfitta, ripete il copione con Bottas e saluta la compagnia. La W12 si adatta sorprendentemente bene a Portimão, ma Lewis, dopo l’errore di Imola, stavolta in gara non sbaglia un colpo; e sono novantasette. 97. Nove-sette.
VALTTERI BOTTAS, 3°: 🏁🏁🏁
Interpreta meglio di chiunque altro una qualifica difficile, condizionata dal vento e dall’interazione-farsa tra pneumatici e tracciato extra-liscio. In gara, però, paga dazio rispetto al compagno in ogni condizione, e complice un sensore difettoso manca l’attacco a Verstappen nel finale dopo aver perso la posizione in seguito al pit-stop. Non vince, non convince ma infastidisce Max quel tanto che basta da tranquillizzare Hamilton. In fondo, a suo modo, sa essere prezioso.
MAX VERSTAPPEN, 2°: 🏁🏁🏁
Non è accettabile che un pilota in lizza per il titolo non sappia dove, come e quando sono monitorati i limiti di pista durante la corsa. Piacciano o meno, le regole sono chiare e vengono comunicate con adeguato anticipo; o Max non le conosce, oppure voleva mascherare un errore tanto piccolo quanto significativo, dato che in caso di proseguo del valzer vittoria-secondo posto, Hamilton gode ancora di una lunghezza di vantaggio. Una volta constatata l’inferiorità della RB16B, in crisi d’assetto tra vento e asfalto liscio, Max in Portogallo si è difeso tutto sommato bene, contenendo i danni; i piccoli errori però, tanto in gara quanto sul giro secco, contro Hamilton si pagano tutti. Nessuno escluso.
SERGIO PEREZ, 4°: 🏁🏁🏁
Guardando la gara di Sergio un passo indietro rispetto ai singoli avvenimenti della corsa, si potrebbe dire che in fondo il messicano abbia svolto un lavoro più che sufficiente. La vettura era chiaramente inferiore alla prima rivale e Perez ha chiuso quarto. La fonte principale di rammarico, però, non può che essere il passo del messicano, molto vicino a quello dei primi quando si ritrova in aria libera; la posizione su Norris, allora, non andava persa. Per nessun motivo.
LANDO NORRIS, 5°: 🏁🏁🏁🏁🏁
La corsa magistrale di Lando è figlia soprattutto di due episodi ad inizio gara: lo spettacolare contro-sorpasso su Ocon e la frenata di Sainz alla ripartenza, con lo spagnolo colto di sorpresa dal rallentamento di Perez in curva 1. Norris è perfetto anche nell’approfittare delle classiche maglie larghe in quanto a limiti di pista durante le (ri)partenze, grazie alle quali coglie la scia di Perez allargandosi in uscita di curva 4. Da quel momento in poi, però, il numero 4 gestisce al meglio la propria corsa sfruttando una McLaren gentile sulle gomme e le contemporanee difficoltà Ferrari. Finora ha sempre ottenuto il massimo.
DANIEL RICCIARDO, 9°: 🏁🏁
Per la prima volta da diverse stagioni, Daniel in Portogallo sembra seriamente in difficoltà. Si perde in qualifica e, nella seconda parte di gara, una volta montate le hard si plafona sopravanzando solo Sainz, mentre prima dello stop l’obiettivo Leclerc sembrava decisamente alla portata. I due punti conquistati sono frutto di una partenza eccezionale e di un buon primo stint su medie, ma la realtà è che Portimão ha crudelmente sottolineato quanto ancora non sia a suo agio al volante della MCL35M.
LANCE STROLL, 14°: 🏁
Nell’immagine di Stroll, dotato dell’unico fondo nuovo disponibile, che dopo il pit-stop passa Vettel per poi venir di nuovo passato dal tedesco c’è tutta la drammaticità di una situazione tecnica francamente imbarazzante in casa Aston Martin. Lance si perde e non ha l’esperienza (o le capacità) per guidare il team fuori dalle sabbie mobili, ma almeno in Bahrain e ad Imola si era difeso. A Portimão, no.
SEBASTIAN VETTEL, 13°: 🏁🏁🏁
Complice l’assenza (ingiustificata) di Ricciardo, Sebastian coglie un buon 10° posto al termine delle qualifiche, raggiungendo per la prima volta il Q3 vestito di verde. In gara però i limiti della AMR21 si fanno sentire e il tedesco, bravo in partenza, perde gradualmente contatto dal centro gruppo. Finisce dietro all’Alfa Romeo di Giovanazzi, senza nulla per cui lottare. Di certo ha ben poche responsabilità in merito.
ESTEBAN OCON, 7°: 🏁🏁🏁🏁
Come accaduto per Mercedes, anche Alpine sembra gradire particolarmente il mix vento/asfalto extra-liscio. Le vetture blu risorgono (momentaneamente?), raggiungendo la zona alta del centro gruppo, anche se Leclerc e Norris rimangono irraggiungibili per il bravo Estaban. Rimane un piccolo rammarico per non aver difeso meglio la posizione su Norris al via, ma difficilmente il risultato finale sarebbe cambiato.
FERNANDO ALONSO, 8°: 🏁🏁🏁
Il blackout della qualifica, grazie a una corsa eccezionale, alla fine costa a Fernando solamente una posizione al traguardo. Non sarà sempre così, ma è difficile rimanere impassibili davanti ad un quarantenne tanto veloce, aggressivo e spietato, con il sorpasso su Ricciardo vera perla del fine settimana. Resta solo da scoprire se Barcellona confermerà o meno i verdetti lusitani.
CHARLES LECLERC, 6°: 🏁🏁🏁
Complici gli importanti problemi d’assetto della SF21, rivelatasi iper-sensibile al vento e in difficoltà nella gestione degli pneumatici a differenza di Imola, Charles in prova accumula una difficoltà dietro l’altra, senza riuscire tra l’altro ad evitare un’eccessiva aggressività nella guida. Barcellona sarà un bel banco di prova per la Ferrari tra aggiornamenti e asfalto nella norma, e in fondo il monegasco in gara si è mostrato consistente e molto veloce una volta calzate le hard. Al Montmelò tornerà la magia in qualifica?
CARLOS SAINZ, 11°: 🏁🏁🏁
Dopo una qualifica del genere (5°), in molti si aspettavano faville da un pilota generalmente eccellente in gara. La partenza sembra confermare le attese (Carlos è 4°), ma complice una disattenzione al rientro della Safety Car, lo spagnolo perde la posizione su Perez e Norris e da quel momento la corsa si complica enormemente. Sulle soft il ritmo è simile a quello dell’inglese, ma una volta fallito il tentativo di undercut (qui l’approfondimento), Sainz si ritrova con gomme medium stressate su una monoposto di per sé poco gentile sulle coperture. Circostanze perfette per perdere posizioni ininterrottamente a fine gara. Un vero peccato, rettificabile solamente con il senno di poi. Rimangono gli sprazzi di competitività assoluta del sabato; niente di meglio della corsa di casa per ripeterli e riscattarsi.
PIERRE GASLY, 10°: 🏁🏁🏁
Il fine settimana del francese è tutto sommato positivo. Nessun errore, consistenza e un punticino raccolto a fine gara. Il problema, per l’Alpha Tauri, è che se in Bahrain la AT02 sembrava la terza forza, ad Imola era la quinta e a Portimão la sesta (di poco). Il che significa, come preventivato a Faenza, che la monoposto non digerisce le curve lente; in sostanza, aumenta a dismisura il rammarico per le occasioni sprecate, veri e propri errori da matita blu.
YUKI TSUNODA, 15°: 🏁🏁
Fine settimana del genere erano da mettere in conto, e in fondo la figura di Tsunoda a Portimão non è del tutto barbina. Certo, Gasly è distante, ma correre in condizioni tanto difficili, su una monoposto in difficoltà e senza commettere grossi errori è comunque un piccolo successo. Piuttosto, per qualche corsa ancora Yuki pagherà l’aver esordito sul tracciato migliore per il proprio pacchetto, il che ha alzato enormemente le aspettative su di lui riposte. Dopo, potrà crescere con calma, come in fondo merita.
KIMI RÄIKKÖNEN, DNF: 🏁
In difficoltà rispetto a Giovinazzi in qualifica, al secondo giro di corsa prepara il sorpasso sul compagno di squadra, apparecchiando la tavola per la solita corsa consistente e, con un pizzico di fortuna, magari foriera di qualche punto iridato. La disattenzione che lo porta a colpire Antonio mentre controlla un paramentro sul volante, però, è del tutto inaccettabile. Volterà pagina.
ANTONIO GIOVINAZZI, 12°: 🏁🏁🏁🏁
Non si è ben compreso quanto il colpo subito lo abbia rallentato, anche se è difficile non sia accaduto nulla date le scintille che emergevano dal diffusore della monoposto numero 99. Fortunato nel non subire una foratura, per il resto della corsa Antonio è veloce, attento e preciso, fino a superare entrambe le Aston Martin. Ottiene il massimo, anche se i punti per l’Alfa Romeo rimangono lontani. Lui, però, li meriterebbe.
MICK SCHUMACHER, 17°: 🏁🏁🏁🏁🏁
Una delle soprese positive del fine settimana. La Haas vale generalmente poco, ed in qualifica Mick si deve accontentare. In gara però trova velocemente ritmo, non commette mai errori (neanche nel subire doppiaggi) e pian piano recupera terreno su Latifi, conducendolo infine all’errore. È il primo sorpasso per Mick in una gara asciutta e merita applausi. Come tutto il suo fine settimana.
NIKITA MAZEPIN, 19°: 🏁
Il pilota russo evita di intaccare la propria media voti conducendo una corsa lentissima (+66 secondi da Schumacher a fine gara), pasticciona nei doppiaggi e largamente al di sotto delle attese. Non gli manca esperienza e nelle serie minori non ha mai sfigurato; si faccia aiutare, perché così rasenta l’impresentabile.
GEORGE RUSSELL, 16°: 🏁🏁🏁
Stupisce (come al solito) in qualifica, ma in gara la FW43B va subito in difficoltà. La discesa è talmente repentina che Russell non riesce neanche a battagliare con uno Tsunoda in estrema difficoltà dopo aver sfiorato il Q3. Corre con una vettura che non merita.
NICOLAS LATIFI, 18°: 🏁
Male nelle libere, male in qualifica, male in gara. Nel 2020 aveva mostrato una crescita costante, culminata nelle ottime prestazioni di Imola (incidente a parte) due settimane fa. In Bahrain e a Portimão, però, complici le difficoltà delle vettura, si perde rumorosamente. Non è il momento di mostrarsi discontinuo.
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