Sì, ne siamo consapevoli. Quest’anno il Gran Premio del Brasile si chiamerà Gran Premio di San Paolo. Siccome però la corsa sudamericana ha una storia stupenda, lunga più di cinquant’anni e piena di episodi memorabili e commoventi, almeno noi eviteremo di cadere nella trappola di quelle che sono, tristemente, alchimie politico-finanziarie.
Assieme a Giù la Visiera, allora, scoprite perché seguire la nuova edizione di uno dei Gran Premi cardine della massima serie motoristica!
Per chi fosse nuovo, o per chi volesse rinfrescare la memoria, ricordiamo lo schema che vi aspetta: la pista introduce ai segreti del tracciato; il programma ricorda quando si corre – e quale categoria corre – durante il weekend; su di giri racconta chi arriva favorito; insabbiati, invece, chi deve riscattarsi dopo una corsa o un momento difficile; in scia si concentra sui pretendenti, stiano essi puntando ad un podio, una vittoria o qualche punto; a ruote fumanti illumina il duello da seguire e, infine, i sussurri del paddock la controversia da tenere d’occhio nel ‘pacato’ mondo dei GP. Buona lettura!
LA PISTA
Non l’aveste già compreso leggendo l’introduzione, scopriamo subito le nostre carte: Interlagos non è una pista come le altre. Il Gran Premio del Brasile non è una gara come le altre. Potete capire qui, nel racconto della prima vittoria in terra natìa di Ayrton Senna, gran parte del fascino della gara verdeoro; il resto sono mondiali giocati all’ultima curva, rimonte spacca cuore durante il saluto di Schumi alla Rossa e pomeriggi bui e autunnali passati davanti al televisore, trasportati nel colore, nel rumore e nello spettacolo di corse mai banali.
Si potrebbero accumulare righe su righe spiegando le richieste tecniche del tracciato: i quasi 800 metri sul livello del mare hanno un minimo effetto su motori ed aerodinamica, l’alternanza di settori velocissimi e tortuosi premia sia vetture cariche che medio-cariche e i continui cambi di pendenza richiedono una monoposto iper-precisa. Trovare l’assetto perfetto è una sfida quasi impossibile, resa quest’anno ancor più ardua dall’istituzione del parco chiuso allo scattare delle qualifiche del venerdì.
Interlagos, però, merita molto di più. Merita di salire a bordo di una monoposto molto speciale, grazie al video qui sotto, e lasciarsi trasportare mentre vengono dipinte traiettorie perfette.
Si parte con la S do Senna, sinistra-destra-sinistra in discesa che si lega alla Curva do Sol, un tempo per soli eroi quando vi si arrivava al termine di un rettifilo infinito, oggi da affrontare in piena anche sul bagnato. La Reta Oposta immette poi alla Descida do Lago, doppia sinistra in discesa dove è facilissimo esagerare e mancare il punto di frenata. La pista si contorce su sé stessa e sale verso Ferradura e Laranjinha, diventate ormai un’unica piega cieca da affrontare tuffandosi al momento giusto, per poi aggrapparsi ai freni appena la monoposto è nuovamente a ruote dritte. Inizia la parte lenta del tracciato, prima con un tornante a destra, poi con il tornante Pinheirinho, sinistroso in discesa dove la vettura vuole solo proseguire dritta. Breve accelerata e si approccia il Bico de Pato, il becco d’oca che punta a destra ed è in contropendenza; perciò, la monoposto prima tende al sottosterzo, poi al sovrasterzo. Di nuovo ci si tuffa in discesa con la sinistra piena del Mergulho che sbuca alla Juncao, la piega più insidiosa e importante dell’intero tracciato. È secca, sinistrorsa e serve un bastimento di pazienza per sacrificarne l’ingresso favorendo invece l’uscita, visto che da lì in poi non si tocca più il freno fino al traguardo, transitando da Salida do Boxes e Arquibancadas, retaggi del lungo anello esterno che un tempo contornava lo stupendo autodromo brasiliano.
IL PROGRAMMA
Nessuna categoria di contorno di rilievo internazionale accompagnerà la F1 in Brasile. Di seguito trovate gli orari del fine settimana; tutte le sessioni verranno trasmesse in diretta integrale su SKY SPORT F1. Ricordandovi che il formato è quello della Qualifica Sprint, con le prove cronometrate classiche venerdì alle 20, segnaliamo la differita su TV8 di gara sprint (sabato alle 22) e gara (domenica alle 21.30).
SU DI GIRI
Per una rara volta non compaiono in questa porzione di Giù la Visiera i vincitori dell’ultimo Gran Premio, bensì i ragazzi di Faenza dell’Alpha Tauri. A Città del Messico Pierre Gasly ha dominato la lotta a centro gruppo, relegando le Ferrari a poco meno di 10’’ – considerando la posizione di Sainz prima che lasciasse sfilare Leclerc – e mostrando un passo nettamente superiore ai rivali in campionato dell’Alpine.
Sarà proprio la sfida con i francesi il principale obiettivo di Tost & Co: riusciranno a rimanere nuovamente tra i primi in Brasile, confermando un potenziale visto sin da inizio anno – Gasly si è qualificato nelle prime tre file in 13 gare su 18 -? Arriverà finalmente il 5° posto tra i Costruttori, sogno della scuderia dal 2006?
INSABBIATI
Sebbene la Ferrari abbia conquistato in Messico il tanto agognato 3° posto in classifica Costruttori, le prestazioni della SF21 in centroamerica hanno nettamente tradito le attese.
Leclerc e Sainz sono rimasti lontani anni luce dai migliori, il che sembra suggerire una tendenza ormai troppo palese per essere ignorata. Si credeva che la monoposto di Maranello soffrisse i circuiti con curvoni veloci e, al contrario, gradisse le piste con diversi tratti lenti; Monaco ha poi confermato nel migliore dei modi il trend e l’assunto è diventato una sorta di assioma.
Passando al setaccio le varie corse emerge invece un diverso spettro di preferenze per la Rossa, basato sull’aderenza offerta dall’asfalto e dalle condizioni ambientali. Nei limiti della monoposto, infatti, la SF21 si è esaltata a Silverstone, Imola, Istanbul, Austin e Barcellona; ha invece sofferto più del previsto in Messico, Portogallo e Ungheria, tutte piste lente e da alto carico, accumunate però da un manto stradale molto liscio o talmente caldo da risultare scivoloso.
Interlagos, per fortuna del Cavallino, offre molto grip a meno di temperature estreme, e il disegno della pista dovrebbe comunque sorridere alla SF21, vista l’importanza dei tratti guidati e delle fasi di accelerazione dove far valere l’ibrido rinnovato. Saranno Leclerc e Sainz la sorpresa brasiliana?
IN SCIA
Il martedì dopo il Gran Premio di San Paolo verrà annunciato il nuovo pilota Alfa Romeo, che con tutta probabilità sarà il cinese Zhou.
Prima di allora, le C41 guidate da Raikkonen e Giovinazzi torneranno ad Interlagos, luogo del miglior piazzamento nella storia recente della scuderia, con i due piloti 4° e 5° al traguardo nel 2019. La pista brasiliana, si sa, è spesso teatro di colpi di scena legati ad incidenti o condizioni meteo avverse; lo sarà anche quest’anno, magari con il Biscione clamorosamente capace di riaprire la corsa all’ottava piazza tra i Costruttori?
A RUOTE FUMANTI
Lewis Hamilton e Max Verstappen. Una sfida che, dopo la doppietta americana dell’olandese, per molti appare già scritta. C’è addirittura chi si chiede quali siano le variabili esterne che possono riaprire il campionato, ormai indirizzato verso il numero 33.
Noi siamo di parere opposto; in fondo Lewis ha sfiorato la vittoria ad Austin e a Città del Messico, in una situazione tecnica sfavorevolissima, ha limitato i danni come meglio non poteva. Interlagos propone il ritorno ad una pista semi-front limited (dove le gomme anteriori si consumano di più, rendendo necessario un assetto sovrasterzante, ndr) e dotata di asfalto rugoso, parzialmente in linea con quanto visto ad Istanbul. Dove le W12, è bene ricordarlo, dominarono.
E se Interlagos regalasse l’ennesimo colpo di scena di questa stupenda stagione?
I SUSSURRI DEL PADDOCK
Il paddock di Interlagos è uno dei luoghi più affascinanti, complicati e indecifrabili dell’intera stagione. Si notano personaggi celeberrimi come Bernie Ecclestone, Nelson Piquet ed Emmo Fittipaldi mentre a poche centinaia di metri sorgono le baraccopoli della periferia di San Paolo.
Gli spazi sono strettissimi e non cambiano mai, nonostante ogni due per tre vengano promessi ampliamenti del tracciato. Infine, il popolo adorante sulle tribune si mischia alle scorte che da qualche anno accompagnano i protagonisti della serie, in passato vittime di episodi purtroppo spiacevoli.
Un contrasto che dovrebbe puntualmente far sorgere domande ai padroni di una serie che è gioco da ultraricchi ma che, forse, finisce solo per far riflettere noi: su quanto conti nascere nel posto giusto o, meno banalmente, su come la passione dei motori abbia il potere magico di renderci perfettamente uguali, adoranti davanti al rombo di un motore, per pochi attimi o per la durata di un Gran Premio.
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