Un tempo esistevano le gare fuori campionato, come la celeberrima Race of Champions inglese. Oggi bisogna aspettare – o meglio, sopportare – una stagione dominata che ‘regali’ uno o più Gran Premi privi di qualsivoglia pathos iridato. Il che non per forza vuol dire meno spettacolari, anzi: si corre senza calcoli, puntando al singolo Gran Premio. Riuscirà questa nuova atmosfera a privare il cannibale Verstappen dell’ennesima vittoria? Quali sono gli altri spunti d’interesse del fine settimana messicano?
Per chi fosse nuovo, o per chi volesse rinfrescare la memoria, ricordiamo lo schema che vi aspetta: la pista introduce ai segreti del tracciato; il programma ricorda quando si corre – e quale categoria corre – durante il weekend; su di giri racconta chi arriva favorito; insabbiati, invece, chi deve riscattarsi dopo una corsa o un momento difficile; in scia si concentra sui pretendenti, stiano essi puntando ad un podio, una vittoria o qualche punto; a ruote fumanti illumina il duello da seguire e, infine, i sussurri del paddock la controversia da tenere d’occhio nel ‘pacato’ mondo dei GP. Buona lettura!
LA PISTA
L’autodromo Hermanos Rodriguéz ospita il Gran Premio del Messico nella consueta data di fine ottobre, che coincide con le festività legate al Dìa de los Muertos, una delle più importanti ricorrenze per il paese centroamericano.
Tra maschere e teschi coloratissimi, lo stadio che caratterizza il tracciato di Città del Messico si trasforma in una coloratissima bolgia dentro la quale apprezzare uno dei passaggi più complicati della pista, universalmente ricordata dagli appassionati per la sfida connessa all’elevata altitudine alla quale si trova (oltre i 2000 metri, ndr). Il disegno dell’impianto, infatti, non è mai stato esaltante e la ristrutturazione di inizio XXI secolo ha finito per castrarlo del tratto maggiormente distintivo, la celeberrima Peraltada. Nel circuito odierno si alternano curve strette e lentissime a lunghi rettifili, con una piccola sequenza di esse a metà tracciato da affrontare a media velocità.
Proprio la scarsa densità dell’aria di Città del Messico riduce il carico aerodinamico, richiede un lavoro nettamente superiore al gruppo turbocompresso e mette in difficoltà il raffreddamento di qualunque organo della vettura. Gli ingegneri preparano quindi le monoposto adottando configurazioni aerodinamiche simili a quelle di Montecarlo, il che non preclude il raggiungimento di velocità altissime e uno scivolamento pressoché perenne legato anche all’asfalto particolarmente liscio.
L’unicità della pista tende quindi a regalare spesso qualche sorpresa a livello competitivo, con la ricerca di un assetto perfetto – e la disponibilità di un turbo di grandi dimensioni, come quello che caratterizza il motore Honda – che assume ancor più importanza del solito, tanto da premiare i migliori nell’esercizio con trionfi netti e praticamente scontati.
IL PROGRAMMA
La Formula Uno verrà affiancata a Città del Messico solamente dal campionato centroamericano di Formula 4 e da alcune categorie storiche. Al di là dell’effetto che potrebbe avere sulla gommatura del tracciato, notoriamente polveroso, ciò significa che SKY SPORT F1 trasmetterà in diretta esclusiva le sole sessioni della massima serie, i cui orari sono riportati nella tabella sottostante. TV8 trasmetterà invece in differita le qualifiche alle 23.30 di sabato e la gara alle 22.00 di domenica.
SU DI GIRI
È vero: ad Austin la Mercedes non ha vinto. Anzi, avrebbe perso senza neanche giocarsi il Gran Premio, non fosse intervenuta una pistola difettosa al secondo pit-stop di Verstappen. Eppure, come già era accaduto a Zandvoort o, in maniera minore, a Barcellona, la W13 a volte si accende di colpo e permette a Lewis Hamilton di respirare nuovamente l’aria di vertice. Accadrà anche a Città del Messico? Sulla carta la pista si sposa bene alla monoposto AMG, forte di un aggiornamento rilevante introdotto proprio negli Stati Uniti. Allo stesso tempo, la W13 ha spesso riservato sorprese e anche negli anni di dominio della prima era ibrida, il motore tedesco ha faticato in quota. Quale lato della Stella a Tre Punte avrà la meglio?
INSABBIATI
L’Alfa Romeo di Valtteri Bottas è finita letteralmente nella sabbia ad Austin, senza più riuscire a ripartire. La scena appare quasi allegorica nel raccontare le difficoltà che stanno permeando la seconda parte di stagione del Biscione. Dalla competitività della monoposto ai problemi gestionali, dagli errori dei piloti ai colpi di vento, passando per le penalità legate al motore Ferrari, ad Hinwil non godono di una giornata soddisfacente da ormai troppo tempo. Sulla carta le curve lente dell’autodromo messicano non dovrebbero sorridere alle vetture bianco-rosse; è proprio in questi momenti, però, che può arrivare il fine settimana sorprendente capace di ribaltare l’inerzia del confronto con Aston Martin per la sesta piazza tra i costruttori. Perché non provarci?
IN SCIA
La Ferrari non ha bisogno di tornare a vincere prima della bandiera a scacchi di Abu Dhabi. Non cambierebbe nulla, se non regalarsi (e regalare al proprio popolo) una domenica finalmente felice. Piuttosto, quanto conta davvero è che la F1-75 esca dalla scia della Red Bull RB18 e torni finalmente a giocarsi un Gran Premio fino alla fine. Magari perdendolo a causa della strategia, di un episodio sfortunato o una rottura nel finale. Darebbe fastidio, certo, ma l’imperativo è trovare un assetto che per una volta, dopo la TD-039, torni a rendere la Rossa una vettura gentile sugli pneumatici, esaltata nel ritmo da Leclerc e Sainz (spesso competitivo a Città del Messico). Riuscirà l’impresa o SuperMax eserciterà il solito, noiosissimo dominio?
A RUOTE FUMANTI
Sebastian Vettel e Fernando Alonso. Due piloti eccezionali resi celebri da una carriera vincente e ricca di soddisfazioni solo in parte, dato che entrambi hanno raccolto meno di quanto atteso in diverse avventure. Uno sta per ritirarsi, l’altro per prendere il suo posto. A Città del Messico torneranno nuovamente a giocarsi la palma di migliore del centro gruppo, artigliata da Vettel ad Austin – risultato sul traguardo a parte. Magari lo faranno con un duello vero e proprio tra i lunghi rettifili del primo settore?
I SUSSURRI DEL PADDOCK
Se la settimana tra Austin e il Messico è stata monopolizzata dall’annuncio (scontatissimo) della partnership Sauber-Audi in vista del 2026, meno lo saranno gli annunci attesi a Città del Messico. O meglio, parliamo di un solo annuncio, rimandato a causa della morte di Dietrich Mateschitz: come finirà la querelle Budget Cap – Red Bull?
Attendiamo una risposta mentre venerdì, dopo la seconda prova libera interamente dedicata, dovrebbero emergere le prime sensazioni dei piloti riguardanti le Pirelli 2023.
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