La pista più vituperata al mondo ospiterà il Gran Premio più antico della Storia. Curioso paradosso, quello a cui scuderie e piloti andranno incontro nel fine settimana. Scoprite assieme a Giù la Visiera perché il Paul Ricard potrà comunque riservare sorprese e spunti d’interesse.
Per chi fosse nuovo, o per chi volesse rinfrescare la memoria, ricordiamo lo schema che vi aspetta: la pista introduce ai segreti del tracciato; il programma ricorda quando si corre – e quale categoria corre – durante il weekend; su di giri racconta chi arriva favorito; insabbiati, invece, chi deve riscattarsi dopo una corsa o un momento difficile; in scia si concentra sui pretendenti, stiano essi puntando ad un podio, una vittoria o qualche punto; a ruote fumanti illumina il duello da seguire e, infine, i sussurri del paddock la controversia da tenere d’occhio nel ‘pacato’ mondo dei GP. Buona lettura!
LA PISTA
Non esiste tracciato al mondo più sbeffeggiato del Paul Ricard. Il vero paradosso, a riguardo, è che l’astio generale verso la pista francese trae origine e giustificazione solamente dalle vie di fuga del circuito, e non dal suo disegno, di gran lunga più interessante rispetto a una moltitudine di luoghi visitati dal Circus durante l’anno.
Situata a pochi chilometri dal borgo medievale di Le Castellet – e non lontana dalla deliziosa Aix-en-Provence -, la pista nasce per volere di Paul Ricard, industriale creatore del celeberrimo pastis. Dopo aver ospitato la massima serie più o meno continuamente dal 1971 al 1990 (qui il racconto di una corsa fantasmagorica), il circuito viene rimpiazzato dalla sperduta Magny-Cours, rimanendo attrattivo principalmente per attività di test grazie al clima particolarmente mite. Le potenzialità di un business del genere vengono intuite da Bernie Ecclestone, che compra la struttura nel 1999 e la rende un circuito dedicato esclusivamente alle prove private. Barriere lontanissime dalla sede stradale, miriadi di configurazioni differenti, vie di fuga in asfalto (le strisce blu e rosse contengono frammenti di vetro utili a rallentare vetture fuori controllo) e addirittura un sistema di irrigazione permanente (!) caratterizzano il nuovo Le Castellet.
La cara, vecchia sabbia che circondava il circuito renderebbe di certo enormemente più interessante il tracciato, e con lui la sfida a cui sono chiamati i piloti. Purtroppo, però, difficilmente verrà mai abbandonata la vocazione post-ristrutturazione, e così diventa imperativo scordarsi delle strisce colorate a bordo pista e concentrarsi su un disegno altamente probante, uno dei più completi del calendario. Il primo settore alterna due chicane medio-veloci a un complesso lento che immette sul rettifilo del mistral, dal vento che sferza regolarmente la lunghissima lingua d’asfalto; le F1 affrontano la chicane nord a metà dell’allungo, per poi tuffarsi verso l’ultima porzione del tracciato. Dalla celeberrima curva di Signes (non più una vera sfida che solo Senna superava a pieni voti) si snodano diverse pieghe molto lunghe, più o meno veloci, che richiedono enorme precisione e appoggio, oltre che stabilità nella combinata sterzata-frenata. Insomma, come per Barcellona, chi vola al Paul Ricard è dotato di una monoposto seriamente competitiva.
IL PROGRAMMA
Dopo lo spostamento del primo appuntamento della W Series al GP di Stiria, a Le Castellet la F1 verrà accompagnata da F3 e Renault Clio Cup francese. Di seguito gli orari delle attività di pista delle monoposto, visibili integralmente e in diretta su SKY SPORT F1. Complice la contemporaneità della MotoGP e soprattutto della Nazionale, TV8 trasmetterà le repliche di qualifiche e gara sabato alle 21.30 e domenica alla stessa ora.
SU DI GIRI
Inevitabilmente, lo sguardo non può che ricadere sulla Red Bull e Max Verstappen. I quali, dopo più di un mese passato tra circuiti cittadini, viaggiano verso la Francia nettamente su di giri. Il che, come approfondiremo tra poco, non significa siano necessariamente favoriti; banalmente, l’euforia proviene tutta dal sentirsi in gioco. Dall’essere in gioco, ben oltre un fine settimana sulla carta da contenimento danni, sperando segretamente di mettere i bastoni tra le ruote ad una Mercedes oggettivamente scombussolata. In fondo, la RB16B è sincera, potrebbe essere abbastanza competitiva da permettere strategie alternative e, soprattutto, dovessero arrivare temporali alla domenica… Sarà interessante, in tutto ciò, verificare il comportamento del Checo Perez: a Baku sarà nata una pazza idea?
INSABBIATI
Per la seconda edizione di Giù la Visiera consecutiva, inaspettatamente e paradossalmente vista la storia recente, la Mercedes giunge al Paul Ricard da insabbiata totale. Prima di Baku, proprio questo spazio aveva prospettato possibili difficoltà sulla pista azera, complice la difficoltà nel bilanciare la temperatura delle gomme tra gli assi; da giocarsi la vittoria a non segnare neanche un punto, però, s’inserisce un oceano. Non potrebbe arrivare momento migliore, quindi, per affrontare una pista dove le W di Stoccarda hanno dominato sia nel 2018 che nel 2019. Le lunghe curve della pista francese, sulla carta e soprattutto in gara, dovrebbero esaltare la stabilità insita al basso rake delle frecce d’argento, oltre a facilitare l'innesco degli pneumatici. Inoltre, Hamilton – come accade a Barcellona – interpreta meglio di chiunque il tracciato francese.
Le ombre di due fine settimana pesanti, però, potrebbero intaccare anche un weekend al quale guardare con fiducia. Come starà Bottas? Lo stesso Lewis è sotto stress? Gli uomini in pista, si parli di pit-stop o assetto, commetteranno ancora errori? Ecco che allora la pressione, anche con una monoposto velocissima, potrebbe salire in fretta…
IN SCIA
Seconda categoria invariata rispetto all’Azerbaijan, in scia si trova nuovamente a raccontare della Ferrari. Il che, incontentabili a parte, dovrebbe far sorridere i tifosi consci di un Cavallino in seria crescita. Le Pole Position exploit dei tracciati cittadini difficilmente verranno ripetute su una pista tradizionale. Gli uomini in rosso, però, potranno guardare al Paul Ricard con più fiducia di quanto venga lasciato trapelare, almeno per tre motivi.
Si è detto che la SF21 soffra i curvoni veloci e medio-veloci; sicuramente è vero, ma serve capire rispetto a quale prospettiva. Se infatti la Rossa nel lento è rapida quanto Red Bull e Mercedes, in questa tipologia di curve mantiene comunque un vantaggio su McLaren e il resto del centro gruppo. È accaduto nel secondo settore di Barcellona, è prevedibile accada anche al Paul Ricard. Dove in realtà non mancano sezioni molto lente e qualche piccolo aggiornamento dovrebbe aiutare proprio nel veloce. Infine, Sainz e Leclerc hanno sempre figurato ottimamente sulla pista provenzale; il monegasco, soprattutto, nel 2019 si sbloccò con la Rossa proprio a Le Castellet, inanellando da quel momento dieci qualifiche di fila davanti a Vettel.
In definitiva, a Baku le SF21 avrebbero dovuto correre in difesa; dovrebbe essere così anche al Paul Ricard, eppure…
P.s. A Le Castellet la Rossa correrà senza sponsor Mission Winnow verde acido – episodio esteticamente gradevole – un GP che in generale vede la Ferrari incredibilmente vincente, con 17 trionfi, più del doppio della Williams a 8, vero e proprio record per un rapporto squadra-Gran Premio.
A RUOTE FUMANTI
Non si può non parlare del Gran Premio di Francia senza citare la squadra francese per eccellenza, tra l’altro da quest’anno di blu vestita. Al Paul Ricard le Alpine di Fernando Alonso ed Esteban Ocon vivranno una sfida dentro alla sfida di ben figurare nella corsa casalinga; i due, infatti, vivono un confronto molto interessante che, paradossalmente, sembra premiare in alternanza l’uno o l’altro. A differenza di quanto accade in McLaren, dove il confronto Norris-Ricciardo procede da qualche gara a senso unico, e le difficoltà dell’australiano lasciano francamente sorpresi. Daniel non riesce a gestire la fase di frenata e inserimento in curva; le larghe vie di fuga, pur uccidendo lo spettacolo, lo aiuteranno ad osare acquisendo fiducia?
I SUSSURRI DEL PADDOCK
Sperando che le nuove verifiche tecniche in materia di ali flessibili mettano a tacere le polemiche a riguardo, le discussioni nel paddock adiacente al mistral si concentreranno inevitabilmente sui cedimenti delle coperture Pirelli di Baku.
La nota stampa della Casa milanese emessa nella serata di ieri, seppur criptica, ha palesemente lasciato comprendere come i cedimenti di Verstappen e Stroll siano frutto di una gestione spregiudicata delle pressioni interne da parte di alcune scuderie. I team, come da furba tradizione, hanno trovato il modo di passare le verifiche di pressione minima eseguite prima della corsa o delle sessioni, per poi abbassare a modo i valori (il che aiuta a trovare grip aumentando l'impronta di contatto dello pneumatico) mentre la monoposto gira in pista.
La conferma della presenza di forti sospetti in merito proviene dalle nuove direttive tecniche elaborate da FIA e Pirelli, atte ad inasprire i controlli sin dal Paul Ricard. Pressioni e temperature, oltre che composizione del gas di gonfiaggio, verranno controllate anche dopo le sessioni, oltre che in qualunque momento del fine settimana, anche durante la corsa per i treni ancora presenti ai box (la misura diretta in tempo reale, fino all'introduzione di un sensore unico la prossima stagione, viene ritenuta inaffidabile).
Era davvero necessario l'ennesimo scandalo, da cui nessuno oggettivamente esce bene, neanche la Pirelli, che in fondo ad un'analisi attenta ha poche colpe? Tutto ciò avrà un impatto sulle forze in campo?
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