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Immagine del redattoreLuca Ruocco

Giù la Visiera - I 10 Motivi per cui seguire il GP del Giappone


Assieme all’autunno, come di consueto, arriva anche il Gran Premio del Giappone a Suzuka. Nella terra del Sol Levante potrebbe essere assegnato il Mondiale Costruttori, sempre che Ferrari, Red Bull ed un… tifone siano d’accordo. Ci sono però diversi altri validi motivi per giustificare l’ultima levataccia stagionale. SENZAF1ATO ne ha scelti 10 per voi.


LA PISTA

Sì sì, proprio lei. I 5807 metri di asfalto, disposti a formare il più originale ‘otto’ del mondo dell’automobilismo, sono per quasi tutti i piloti i più speciali della stagione. Suzuka è un circuito estremamente tecnico, che esalta spesso le vetture dotate del miglior bilanciamento, esasperando il distacco tra le varie scuderie. Saliscendi, curvoni in appoggio, tornanti, chicane e pieghe velocissime: ammirare le vetture più veloci della storia sfrecciare su questo tracciato, anche solo nel primo turno di prove libere, ripagherebbe un’intera stagione corsa a Sochi. Figuriamoci quando arriva il momento delle qualifiche.


HAGIBIS

Hagibis è il nome dato dai meteorologi nippoci al super-tifone che minaccia l’isola in vista del prossimo weekend. Secondo i bollettini diramati nel corso della settimana, l’area del circuito di Suzuka dovrebbe essere colpita nella giornata di sabato da piogge torrenziali, accompagnate da venti ben oltre i 150 km/h. Impossibile, venissero confermate le previsioni, che delle vetture di F1 possano girare in quelle condizioni. Il rimedio? Le qualifiche alla domenica mattina. Accadde già nel 2004 e nel 2010. Nell’ultima occasione, dato il format già presente caratterizzato da Q1, Q2 e Q3, non si ebbero grandi sorprese derivanti dal molto probabile asciugarsi della pista durante la sessione stessa. Cosa che avvenne, al contrario, nel 2004, quando i piloti si qualificavano uno alla volta. Nel 2010 le prove cronometrate terminarono quattro ore prima della gara; fosse così anche quest’anno, dovrebbero scattare alle 2 di notte ora italiana, con la corsa programmata per le 7.10.


IL RING NIPPONICO

Nel corso degli anni la pista di Suzuka ha spesso rappresentato un vero e proprio ring per duelli tra due piloti, sovente alla caccia del titolo mondiale. Svetta su tutti quello tra Ayrton Senna ed Alain Prost nel triennio 1988-1990, ma non fu da meno la sfida Hakkinen-Schumacher nel 1998 e nel 2000. Visto il clima bollente mostrato a Sochi, non sembra impossibile che quest’anno tra le corde – pardon, i cordoli – finiscano Sebastian Vettel e Charles Leclerc. Vedremo se il confronto tra i due sarà per un piazzamento o, come si augurano dalle parti di Maranello, per la vittoria. Dovesse essere così, gli ultimi aggiornamenti avrebbero veramente avuto il potere di trasformare la SF90. Se da una parte è innegabile che Suzuka presenti diversi tratti a farfalla completamente aperta, in particolare nella seconda metà del giro, capaci di esaltare la rossa, il primo settore – caratterizzato dal mitico snake – sarà il definitivo banco di prova per la monoposto italiana, assieme al tornatino, la Spoon Curve e le meravigliose pieghe Degner. Dovesse emergere come la più veloce, le possibilità di successo sarebbero importanti in ogni circuito, fino alla fine del campionato. Con lo sguardo puntato al 2020.


CALCOLI MONDIALI

Conquistando 14 ulteriori punti di vantaggio rispetto alla Scuderia Ferrari, il team Mercedes si confermerebbe per la sesta volta consecutiva campione del mondo Costruttori. Sono diverse le combinazioni che permetterebbero alla squadra anglo-tedesca di pareggiare il record di iridi consecutive della Ferrari dei primi anni duemila. La certezza del successo arriverebbe infatti con una doppietta (evento non poco probabile vista la W10 di questa stagione); una vittoria ed un terzo posto con le Ferrari fuori dai primi 5 e senza giro veloce; una vittoria ed un quarto posto con una rossa 3° e l'altra non meglio di sesta, sempre senza giro veloce conquistato. Insomma, diventa semplice capire come confermare l’uno-due russo sarebbe perfetto per gli uomini di Toto Wolff, tanto che qualche significativa novità aerodinamica è già presente ai box in Giappone. Sperando sia più semplice da configurare rispetto a quelle introdotte ad Hockenheim.


L’ARMATA HONDA

In Giappone è ancora in carica, e viene venerato come una divinità, l’Imperatore. Non è più tempo di parlare delle sue armate, ma sicuramente il Paese nipponico è rimasto all’avanguardia in diversi settori tecnologi, tra i quali non manca quello dell’automobile. Nella massima competizione motoristica i migliori risultati sono quasi sempre arrivati per mano di Honda, soprattutto in veste di fornitrice di motori. Se da un lato i fasti delle collaborazioni di fine anni Ottanta con Williams e McLaren difficilmente torneranno questo fine settimana, dall’altro la pista di Suzuka sembra poter esaltare il pacchetto Red Bull – Honda. La RB15 volava a Silverstone in luglio, mostrando uno stato di forma invidiabile soprattutto in qualifica, che sul tracciato nipponico è quanto mai fondamentale viste le enormi difficoltà nell’impostare un passo gara competitivo mentre si segue un avversario. Il motore montato in Russia apposta per Suzuka darà sicuramente una mano in più, senza dimenticare le abilità di Verstappen in caso di pista bagnata. Per Toro Rosso, invece, svettare nella lotta a centro gruppo sembra quasi impossibile. Più facile tentare di terminare la corsa a ridosso di McLaren e Renault.


ULTIMA CHIAMATA PER RENAULT

I tecnici di Enstone hanno definito il pacchetto di novità per la gara di Suzuka come molto promettente. Sicuramente il caso SF90 ha dimostrato come non sia impossibile compiere importanti salti prestazionali a ridosso dell’autunno, soprattutto a fronte di pneumatici molto difficili da mantenere nella corretta finestra di temperatura. Se per la Ferrari sbloccare il potenziale della monoposto ha significato potersi giocare delle vittorie, cosa comporterebbe un’analoga situazione in casa Renault? La RS19 non ha di certo le stimmate di una vettura da podio, ma agganciare almeno a livello prestazionale i cugini di McLaren sarebbe un toccasana senza precedenti per i francesi. Il quarto posto nel mondiale costruttori, obiettivo minimo stagionale, a meno di sorprese è ormai perso, ma finire un campionato sulla cresta dell’onda dà sicuramente più morale che farlo in sordina. Anche per consumare una piccola vendetta nei confronti della scuderia di Woking, che ha annunciato in Russia il passaggio ai motori Mercedes per il 2021.


CALCOLI A CENTRO GRUPPO – COSTRUTTORI

Farebbe bene all’intero sistema F1 concentrare un po’ più d’attenzione verso la battaglia tra le scuderie di centro gruppo. Vero, si chiamano così per un motivo, ma quando la battaglia tra i top team è tanto scontata, almeno a livello di punti iridati, la corsa verso il quarto posto tra le squadre può risultare alquanto interessante. Prima del GP del Giappone, la classifica si presenta così: McLaren 101, Renault 68, Toro Rosso 55, Racing Point 52, Alfa Romeo 35, Haas 28, Williams 1. Tralasciando l’inclusione della Williams, che è la nostra buona azione della giornata, vengono in mente principalmente tre considerazioni. La prima riguarda l’incredibile lavoro svolto dalle parti di Woking: il vantaggio nei confronti del quinto team classificato è impressionante, in particolare ricordando come senza ritiri tra i primi 6 siano 10 i punti massimi conquistabili da una scuderia di centro gruppo ad ogni gara. La seconda è la posizione dei due team motorizzati Ferrari: Alfa Romeo ed Haas sono chiamate ad un finale di stagione di ottima caratura per onorare la migliore Power Unit del lotto, altrimenti una stagione iniziata sotto i migliori auspici potrebbe definitivamente confermarsi come un brutto, bruttissimo sogno. Terzo ed ultimo aspetto da sottolineare è la relativa prossimità tra Renault e soprattutto Racing Point e Toro Rosso: queste ultime due scuderie in particolare hanno sperimentato in Germania come una sola gara pazza, con così pochi punti a disposizione, possa cambiare una stagione. Che il tifone Hagibis ci regali una classifica rivoluzionata ripartendo verso Città del Messico?


SORPRENDENTEMENTE SESTO

Fino a domenica mattina, almeno, la classifica del mondiale piloti vedrà al sesto posto un pilota che corre per la Scuderia Toro Rosso. Impensabile anche solo nel mese di giugno. Quando poi ci si ricorda che il pilota in questione è Pierre Gasly, appiedato in estate dalla Red Bull, l’incredulità cessa di colpo, salvo per un dettaglio. A tre punti dal francese, quatto quatto, Carlos Sainz Jr punta ad un risultato che avrebbe del clamoroso. Ora, escludendo scoppiettanti miglioramenti della vettura faentina da qui ad Abu Dhabi o prestazioni memorabili di Gasly, che per inciso gli auguriamo, ci sentiamo di escludere il numero 10 dalla contesa per il titolo di migliore degli altri visto l’esiguo vantaggio. Titolo che, ricordiamo, è sempre stato proprietà del settimo classificato. Ecco perché se a Suzuka Sainz dovesse riuscire a contenere i danni rispetto al pilota Red Bull Albon, che finora ha accumulato 52 punti, l’impresa sarebbe davvero degna di nota. Lo spagnolo non terminerebbe infatti primo tra gli altri, ma sorprendentemente sesto e, di conseguenza, penultimo tra i primi. Tanto difficile a dirsi quanto soddisfacente.


PILOTI IN LETARGO

Lance Stroll e Kimi Raikkonen sembrano essere andati in letargo dopo le vacanze estive. Il primo ritrovando una condizione alla quale ci aveva abituati fino al Gran Premio di Germania ad Hockenheim, il secondo sorprendendoci un po’ tutti. Suzuka è fondamentale per i due nel tentativo di ritrovare uno stato di forma accettabile in vista del trittico di corse americane. L’apporto del canadese potrebbe infatti risultare decisivo nella corsa ad un quinto posto in classifica costruttori non più impossibile per Racing Point, in particolare considerando la bontà degli ultimi aggiornamenti introdotti. Il finlandese di Alfa Romeo, invece, come abbiamo più volte scritto sembra essersi inceppato dopo l’incidente con Verstappen a Spa. Si spera che Suzuka, unica pista almeno paragonabile per bellezza a quella belga, rappresenti un vero e proprio scossone nel finale di stagione di Kimi. Non serve un miracolo come quello del 2005, quando vinse partendo 17° (forse la sua gara migliore); dalle parti di Hinwil si accontenterebbero di consolidare l’ottavo posto tra le squadre. Troppi i 17 punti di svantaggio rispetto a Racing Point.


SALVATE IL RICAMBIO WILLIAMS

Ci piace dedicare un veloce pensiero a Russel e Kubica, piloti della disastrata Williams di questa stagione. Pur ricordando per dovere di cronaca la volontà del team di Grove di testare una nuova ala anteriore a Suzuka, che anche in caso di successo oltre le aspettative difficilmente chiuderebbe il gap nei confronti dei penultimi in pista, ipotizziamo sia estremamente complesso affrontare un weekend che si preannuncia insidiosissimo a livello meteorologico con il terrore di commettere un errore, o subire una rottura meccanica, e non poter più correre a causa di mancanza di ricambi. Dispiace tanto per loro quanto per la storia del team stesso. Come si può però pensare di migliorare una situazione tanto negativa, anche a causa dei pochi pezzi portati ai test invernali, con i piloti che non potevano mai spingere davvero, se ad ottobre inoltrato il problema permane esattamente uguale?


P.S. L’edizione 2019 del Gran Premio del Giappone segna il quinto anniversario della corsa che ci portò via Jules Bianchi. Sperando la tragedia abbia insegnato qualcosa, considerando il tifone in arrivo e la bufera di quella tristissima domenica, SENZAF1ATO vuole ricordare un ragazzo il cui promettente cammino è finito troppo presto, mentre regalava a tutti noi l'ennesima emozione, come fa ognuno dei suoi fenomenali colleghi, più o meno vincente o in forma egli sia. Salut, Jules.

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