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Immagine del redattoreLuca Ruocco

La curva 8, il feudo Ferrari e perché seguire il GP di Turchia


La Formula Uno ritorna in Turchia dopo nove anni. Situato sulla sponda asiatica della megalopoli bizantina, il tracciato offre sfide tecniche di alto livello sia per i piloti che per le monoposto. Lo spettacolo sarà all’altezza delle premesse? Scoprite assieme a Giù la Visiera le dieci ragioni per cui potrebbe proprio essere così!


IL FEUDO FERRARI

Siamo perfettamente consapevoli che un titolo del genere è un richiamo irresistibile a sorrisetti ironici e risatine nervose, visto lo stato di forma della Rossa nel 2020. I numeri, però, non mentono: tre vittorie in sette edizioni, podi a ripetizione e ottimi risultati anche in qualifica. Se la Scuderia Ferrari può fregiarsi di quasi tutti i record statistici, la persona da ringraziare è una sola: Felipe Massa. Il brasiliano fu imbattibile ad Istanbul per tre anni di fila (2006, 2007, 2008), e in ogni edizione del Gran Premio anatolico si dimostrò perfettamente a suo agio su una pista decisamente probante. Gli altri episodi salienti della storia della corsa furono la vittoria nell’edizione inaugurale di Kimi Raikkonen, lo scontro Vettel-Webber nel 2010 e la spettacolare edizione 2011, ricchissima di sorpassi grazie all’introduzione del DRS e alle gomme Pirelli a degrado rapido.


L’AUTUNNO TURCO

Nonostante la cittadina di Akfirat, dove ha sede il circuito, non sia troppo distante dal Mediterraneo, le temperature medie novembrine non brillano per mitezza. A tal proposito il Circus dovrebbe ritenersi fortunato, visto che le massime rimarranno leggermente superiori alle aspettative (raggiungendo i 16°C al venerdì), mentre la pioggia potrebbe fare capolino sulla pista sia il sabato che la domenica con una probabilità del 40%. Vento moderato e nuvolosità elevata potrebbero rendere complesso gestire la vettura e mantenere in temperatura gli pneumatici.


IL CIRCUITO

L’Istanbul Park è universalmente riconosciuto come la migliore creatura di Hermann Tilke, l’architetto di gran parte dei circuiti entrati in calendario negli ultimi vent’anni. La pista è incredibilmente completa, dato che alterna curvoni veloci a sezioni più lente, e variazioni altimetriche a tratti piatti – come i tre tornantini finali – dove poter sfruttare più di una singola traiettoria obbligata. L’asfalto nuovo e le temperature relativamente fredde potrebbero rendere complesso innescare calore negli pneumatici, il che renderebbe ancora più complicata la scelta d’assetto per le scuderie. Il tracciato richiede infatti un carico medio-alto, a metà tra Imola e Portimao; scaricare gli alettoni regalerebbe importanti vantaggi nel consumo di carburante (critico), mentre caricarli più del dovuto aiuterebbe nell’innesco delle mescole e nel loro mantenimento in gara. Una matassa decisamente complessa da sbrogliare.



LA SFIDA TRA CIRCUITI

I gestori della pista turca, in questo fine settimana, non saranno impegnati solamente ad assicurare un perfetto svolgimento dell’evento. La bozza di calendario 2021 contiene infatti la sigla TBC (da confermare) accanto alla data del 25 aprile, originariamente riservata al Gran Premio del Vietnam, saltato per guai giudiziari del promoter. Un’occasione da non lasciarsi sfuggire, che vedrà impegnate in una lotta serrata la stessa Istanbul, Imola, Portimao, il Nürburgring e Sepang. In questi giorni sapremo qualcosa in più riguardo a chi ha serie possibilità di aggiudicarsi la data?


RE LEWIS

Le probabilità di assistere alla settima incoronazione di Re Lewis in Turchia sono altissime. L’inglese gode infatti di un vantaggio di 85 punti su Bottas, e perché la matematica gli sorrida (la pista lo ha già fatto da tempo), Lewis dovrà abbandonare Istanbul con 78 lunghezze sul proprio compagno di squadra. Ciò significa che anche terminando la corsa secondo, a fronte di una vittoria di Bottas, il mondiale sarebbe suo. Al di là delle altre, noiosissime combinazioni aritmetiche, l’interesse reale non può che concentrarsi sul come Hamilton conquisterà l’iride: dominerà per l’ennesima volta, o Bottas e Verstappen saranno capaci di contrastarlo, magari dando vita ad una gara da togliere il fiato? Sognare, in fondo, non costa nulla.


IL FUEDO FERRARI – PARTE 2

Ora, perché il record di vittorie della Ferrari cresca ulteriormente dovrebbe accadere un cataclisma, una corsa imprevedibile, fortunata e fortunosa. Nulla toglie, però, che ad Istanbul la SF1000 possa confermare i timidi progressi delle ultime gare. In fondo a Portimao Leclerc dominò il centro gruppo, e la pista turca si avvicina maggiormente a quella portoghese rispetto a quanto accadesse ad Imola, dove comunque le Rosse non sfigurarono eccessivamente. Sulla carta il Gran Premio della Turchia è il più favorevole dei rimanenti a Vettel e Leclerc, con il primo che sistemando la qualifica potrebbe puntare a seguire da vicino il compagno di squadra, ed il secondo che senza il minimo sbaglio e un sorriso dalla Dea Bendata potrebbe cogliere il terzo podio stagionale.


LOTTA AL 3° POSTO – RENAULT

La lotta al terzo posto in classifica costruttori è serratissima, con tre scuderie racchiuse in due punti (Renault 135, Racing Point e McLaren 134). Proviamo a comprendere quali sono i pro e i contro, alla vigilia della gara turca, per la scuderia transalpina.

- PRO: certamente Ricciardo è un valore aggiunto notevole, al quale affiancare la consistenza di una vettura decisamente competitiva nel veloce, anche se priva dei picchi prestazionali che contraddistinguono le Racing Point.

- CONTRO: l’affidabilità, senza alcun dubbio. Evitando i ritiri di Ocon al Mugello, Imola e al Nürburgring, oltre che quello d’inizio stagione in Austria di Ricciardo, il vantaggio della scuderia transalpina sarebbe molto più consistente. La vera criticità, però, emerge adesso: una rottura nei GP finali non sarà recuperabile.


LOTTA AL 3° POSTO – RACING POINT

Proviamo a portare a termine lo stesso giochetto per la scuderia che nel 2021 si colorerà di verde Aston Martin.

- PRO: la RP20, o la Mercedes Rosa. Insomma, come la si voglia chiamare, la monoposto del team di Silverstone è senza dubbio la più veloce delle tre. Il problema è che lo è potenzialmente, dato che in diverse occasioni (soprattutto in seguito agli aggiornamenti aerodinamici e sospensivi di settembre) la scuderia non sembra capace di trovare la quadra a livello d’assetto

- CONTRO: Lance Stroll. Il canadese è un vero e proprio mistero. Purtroppo però, che la sua forma risenta del COVID, del botto al Mugello o della nuova sospensione, senza i suoi punti Perez non può resistere alle Renault e alle McLaren. In più, almeno agli appassionati, servirebbe giustificare la permanenza al fianco di Vettel nel 2021.


LOTTA AL 3° POSTO – MCLAREN

Sembra la scuderia meno in forma delle tre, ma avrà anche lei dei punti a favore, no?

- PRO: la consistenza. Dei piloti, degli uomini ai box, delle scelte strategiche. L’ambiente rilassato che sembra regnare a Woking da un anno, grazie alla determinazione di Andreas Seidl (team principal ex Porsche) ha acquisito una ferocia invidiabile. Ogni occasione viene colta, e il livello alto dei due piloti, molto vicini nelle prestazioni, non può che aiutare.

- CONTRO: la monoposto. Ha del paradossale, ma dopo il secondo posto di Monza la MCL35 sembra essersi persa. Gli aggiornamenti non hanno migliorato la vettura come auspicato (anche se la maggior parte sono rivolti al 2021, quando la Power Unit Mercedes cambierà gran parte della fisionomia del corpo centrale della vettura), e senza la velocità pura diventa difficile superare quattro monoposto ad ogni corsa.


TORELLI SCATENATI

Sì, è vero, per il titolo ci siamo permessi la licenza poetica del riferimento al vecchio nome Toro Rosso. Eppure, i due piloti Alpha Tauri al volante delle loro monoposto bianco ghiaccio stanno letteralmente cavalcando l’onda. Il mese di ottobre ha visto la AT01 crescere vistosamente, nonostante pochissimi aggiornamenti (chi invoca il muso stretto Ferrari sente fischiare le orecchie?), grazie alla totale comprensione del materiale a disposizione. Gasly cammina su una nuvoletta per il paddock e Kvyat correrà certamente pieno di rabbia agonistica, dato che sembra scontato (anche se assurdo secondo chi scrive) che il suo posto nel 2021 andrà a Tsunoda. Dove arriveranno le monoposto di Faenza ad Istanbul?

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