La terza Pole Position di Charles Leclerc in cinque Gran Premi arriva a Miami: pista veloce e al contempo lentissima, scivolosa e sconnessa, calda e sferzata da un forte vento a raffiche.
Una serie di variabili-trappola capaci di rendere ancor più complesso il compito dell’intera Scuderia, chiamata al riscatto dopo Imola su una pista favorevole alla Red Bull. Al contrario, proprio nell’affrontare le sfide incontrate fino a questo momento del weekend – la gara, come sempre, farà storia a sé -, l’intera squadra italiana ha dimostrato un sorprendente mix di freddezza e intelligenza, capace di allontanare molti dei fantasmi sorti dopo la corsa di casa (qui il nostro approfondimento a riguardo).
Da un punto di vista tecnico, il circuito di Miami si è rivelato ben più ostico del previsto. Tutte le squadre, forti delle indicazioni preliminari degli organizzatori e della Pirelli, avevano prescelto assetti particolarmente scarichi: le Rosse, ad esempio, avrebbero dovuto montare un’ala posteriore del tutto nuova, come dichiarato nel documento presentato alla FIA venerdì mattina. Una volta analizzata la pista dal vivo, però, sin dal giovedì piloti e ingegneri hanno realizzato di dover affrontare una pista alquanto sporca, ben più sconnessa del previsto e alquanto scivolosa. Da cui la necessità di reagire e rivoluzionare gli assetti immaginati in partenza.
In casa Ferrari è stata prontamente montata l’ala posteriore utilizzata a Gedda, caricandola al massimo livello per le prime libere, per poi procedere ad un progressivo affinamento che aiutasse a recuperare parzialmente velocità sul dritto. Il livello di carico è comunque rimasto superiore a quello scelto da Red Bull. In vista di una corsa che si preannuncia caldissima, trattasi di scelta ponderata, finora vincente – anche grazie ad un motore con qualche cavallo in più – e figlia di una netta consapevolezza dei propri mezzi.
Consapevolezza che si traduce anche in una totale noncuranza verso il giudizio altrui rispetto al mancato utilizzo degli aggiornamenti promessi. Un atteggiamento inedito per la Rossa degli ultimi anni, abituata sin dall’era Alonso a dover inseguire una corsa all’update spesso inconcludente e deleteria. Una scelta che dopo le terze libere, chiuse alle spalle della Red Bull con un forte ritardo velocistico nei rettifili, già portava diversi tifosi a mugugnare sui social network, e che di certo avrebbe scatenato numerosi opinionisti con un risultato delle qualifiche ribaltato.
Al contrario, gli ingegneri di Maranello hanno semplicemente puntato a fornire la miglior monoposto possibile a Leclerc e Sainz, pensando in particolare alla corsa, e hanno avuto ragione. La F1-75 riceverà al Montmelò aggiornamenti più corposi ma, nel frattempo, si conferma fondamentale il saper estrarre la massima prestazione possibile dal pacchetto a disposizione, indovinando l’assetto perfetto anche a costo di rimandare l’utilizzo di un componente di nuova specifica. Qualche anno fa non sarebbe successo e le Ferrari sarebbero rimaste in seconda fila.
La gara, come già accennato, sarà una storia del tutto diversa alla quale però, volgendo lo sguardo a Melbourne, le F1-75 sembrano presentarsi ben preparate. Il caldo della domenica australiana mise infatti in difficoltà le Red Bull, e l’assetto più carico di Miami dovrebbe proprio garantire lo stesso vantaggio, esaltato da una pista dove sembra complicatissimo seguire da vicino – ieri Leclerc, nella simulazione di passo, ha preso spazio da Alonso pur trovandosi a più di due secondi di distanza - e dove anche i sorpassi, complice lo sporco fuori traiettoria, potrebbero rivelarsi più ostici del previsto. Il tutto senza dimenticare la variabile Safety Car, destinata a segnare la corsa ancor più dei due pit-stop previsti in caso di gara senza interruzioni.
In tutto ciò Leclerc ha nuovamente confermato un feeling invidiabile con l’esercizio del giro secco in qualifica, rimediando ad una prima sequenza di curve che lo ha lasciato molto poco soddisfatto – ‘non sono contento del mio giro, ma la Pole va più che bene’ – con un secondo settore stellare soprattutto nel lento, ed un’ultima curva pennellata senza lasciare spazio alla foga.
Foga che ha parzialmente ingannato Sainz, proprio in quel punto, nonostante lo spagnolo sia stato molto bravo a riscattare un fine settimana iniziato male, e che ha del tutto beffato Verstappen, autore di un netto errore nel tentativo finale.
Più indietro troviamo un eccellente Bottas, 5° al volante dell’Alfa Romeo nonostante le seconde libere passate nel retro-box, e una Mercedes ultra-deludente, soprattutto dopo le flebili speranze emerse nella giornata di ieri. La W13 si conferma troppo incline al saltellamento, riemerso vigorosamente appena i tecnici hanno provato ad abbassare la vettura per inseguire le prestazioni di Ferrari e Red Bull.
Chi vincerà, domani? Troppe le variabili per pescare un unico nome dal novero dei piloti. Rimane innegabile, però, che la Ferrari F1-75 abbia ribadito anche in terra statunitense la propria spaventosa competitività.
Aiutandolo nella gestione delle Pirelli, l’assetto più carico - e quindi privo di aggiornamenti - potrebbe continuare a far sorridere Charles Leclerc.
La chiusura di questo articolo arriva qualche minuto dopo la mezzanotte dell’otto maggio. Sono quindi quarant’anni che Gilles Villeneuve, l’Aviatore, è volato via a Zolder. Sono mille i modi di pensarlo: potete farlo con le nostre STORIEMOZZAF1ATO a lui dedicate - qui Jarama 1981 -, con libri, documentari a brevissimo in TV (martedì alle 21 su Rai2 o da oggi su RaiPlay), filmati d’epoca e testimonianze.
Noi, qui, ci limitiamo a ricordare un uomo capace di regalare emozioni. Fortissime emozioni. Forse, a lui, bastava così.
Salut, Gilles, et merci.
Fonte immagine: Scuderia Ferrari / Twitter
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