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Immagine del redattoreLuca Ruocco

Lo Strano Caso della F1-75


Che fine ha fatto la F1-75?


Se lo chiedono in molti alla vigilia del Gran Premio degli Stati Uniti.


Le risposte, ça va sans dire, variano a seconda della fonte, spaziando dagli aggiornamenti mal riusciti all’ormai famigerata Direttiva Tecnica 039, senza dimenticare i cestelli dei freni, la Power Unit depotenziata e mille altre teorie che virano pericolosamente verso il complottismo più fantasioso.


Eppure, in attesa di una corsa che potrebbe decretare l’ottavo successo consecutivo della Red Bull (!), occorre almeno provare a indagare il perché di un declino prestazionale ormai innegabile. Anche qui, esiste una miriade di metodi per condurre l’indagine: si va dal sentimentalismo più sfrenato all’analisi ultra-ingegneristica di qualunque dato telemetrico disponibile a chi analizza le gare di F1.


Entrambi gli estremi rischiano di mancare il punto perché spesso privi delle necessarie basi: provare ad abbozzare ogni sorta di riflessione sulle dinamiche di squadra o la psicologia dei piloti è tanto inconcludente quanto elaborare dati statistici ultra-raffinati senza essere a conoscenza dei reali valori di progetto della F1-75.


Insomma, in assenza di una confessione a cuore aperto da parte di Leclerc o di Enrico Cardile (la figura più vicina a un Direttore Tecnico a Maranello, ndr), conviene concentrarsi su pochi dati esaminati nella maniera più semplice possibile. Per ognuna delle corse, tenteremo di comprendere il reale potenziale della Rossa al di là del risultato finale, concentrando l’attenzione sull’unico giorno del fine settimana che realmente conti nel motorismo: la domenica.


L’obiettivo, alquanto prevedibile, sarà capire se e quando la F1-75 abbia perso un presunto vantaggio prestazionale, ammesso sia mai esistito.


L’ANALISI


BAHREIN

Qualifiche: LEC 1° / SAI 3° - Gara: LEC 1° / SAI 2°

Vantaggio prestazionale: Ferrari

La prima corsa della stagione è letteralmente dominata dalla F1-75, che tra le curve lente e i lunghi rettilinei mediorientali gode di un vantaggio nella gestione gomme raramente replicato nel resto del campionato. Nonostante Verstappen resista in qualifica (2°) e nei primi giri di ogni stint – memorabile il duello tra lo stesso Max e Leclerc dopo il primo pit-stop -, con il passare delle tornate il monegasco distanzia inesorabilmente il rivale. La doppietta arriva nel finale grazie al ritiro della Red Bull numero 1.


ARABIA SAUDITA

Qualifiche: LEC 2° / SAI 3° - Gara: LEC 2° / SAI 3°

Vantaggio prestazionale: incerto

L’interpretazione opposta tra Ferrari e Red Bull nella scelta dell’assetto per l’anomalo tracciato cittadino di Jeddah regala la seconda corsa mozzafiato consecutiva, con i quattro piloti delle scuderie di vertice vicinissimi in qualifica e l’accoppiata Leclerc/Verstappen nuovamente impegnata in un lungo duello per la vittoria, reso ultra-equilibrato dalla velocità in curva della Rossa e dalla scorrevolezza in rettilineo della RB18. La sfida si risolve nelle tornate finali grazie a una provvidenziale virtual safety car che regala preziosi attimi di respiro alle coperture della Red Bull, magistralmente sfruttati da Verstappen alla ripartenza. Risultato a parte, rimane innegabile un sostanziale equilibro nel passo durante l’intera corsa.


AUSTRALIA

Qualifiche: LEC 1° / SAI 9° - Gara: LEC 1° / SAI DNF

Vantaggio prestazionale: Ferrari

La gara di Melbourne è l’unica dopo la quale si può affermare che la F1-75 sia risultata dominante. Complici le difficoltà nel centrare l’assetto per una Red Bull ancora sovrappeso, le Rosse in Australia godono di un vantaggio nel passo che sfora agevolmente il mezzo secondo per gran parte della corsa, indipendentemente dal ritiro di Verstappen o dal fine settimana da dimenticare per Sainz.


IMOLA

Qualifiche: LEC 2° / SAI 10° - Gara: LEC 6° / SAI DNF

Vantaggio prestazionale: Red Bull

La gara di casa della scuderia emiliana viene sfruttata alla perfezione dalla Red Bull e da Max Verstappen per rispondere al colpo da KO di Melbourne. La cura dimagrante dona un nuovo equilibrio alla RB18 che nelle insidiose condizioni del fine settimana imolese, tormentato dal freddo e dalla pioggia, galoppa senza troppi problemi verso una vittoria netta. Al contrario, la F1-75 mostra proprio davanti ai suoi tifosi il principale difetto che l’accompagnerà per il resto del campionato: in condizioni fredde o di scarso grip, la vettura diventa molto complessa da assettare. Non a caso la ricerca di un set-up morbido per gestire la rilevante pioggia attesa mette in difficoltà la F1-75 sia in condizioni di asciutto freddo (la sprint-race del sabato) sia di asfalto umido (la domenica); la sfortunata uscita di Sainz e l’errore alla Variante Alta di Leclerc completano il quadro.


MIAMI

Qualifiche: LEC 1° / SAI 2° - Gara: LEC 2° / SAI 3°

Vantaggio prestazionale: Red Bull

Ancora una volta le condizioni climatiche non sorridono alle difficoltà tecniche della Rossa. Su un tracciato difficile da interpretare e caratterizzato da un livello di grip bassissimo, gli ingegneri di Maranello indovinano il set-up per la qualifica ma la vettura va misteriosamente in crisi nel passo gara. Il motivo? Un forte temporale nella mattinata di domenica lava completamente il tracciato, rendendo del tutto deleterio l’assetto volto alla protezione delle coperture posteriori deliberato prima delle terze prove libere. Leclerc e Sainz sono prede del sottosterzo e la vittoria è sostanzialmente impossibile.


SPAGNA

Qualifiche: LEC 1° / SAI 3° - Gara: LEC DNF / SAI 4°

Vantaggio prestazionale: incerto

Il Gran Premio di Spagna è un perfetto esempio di quanto sia importante, quando si azzardano analisi di questo genere, eliminare il più possibile il fattore pilota. Trattasi, in questo caso, di fattore Leclerc. Al Montmelò il primo grande pacchetto di aggiornamenti dona un ottimo livello prestazionale alla F1-75, anche se l’equilibrio rimane alquanto instabile, soprattutto al posteriore. Charles, in stato di grazia al sabato, ottiene una Pole stratosferica dopo un testacoda nel primo tentativo; alla domenica, al contrario, è avviato verso un trionfo agevole quando cede la turbina ed è costretto ad un mesto rientro ai box. Il dominio in corsa, però, nasceva da un errore di Verstappen finito in ghiaia nei primi giri; senza il lungo avremmo molto probabilmente assistito ad un rinnovo del duello in stile Bahrein, con i due che viaggiavano separati da un solo secondo e in netto vantaggio rispetto al resto della compagnia, Sainz e Perez compresi.


MONACO

Qualifiche: LEC 1° / SAI 2° - Gara: LEC 4° / SAI 2°

Vantaggio prestazionale: Ferrari

Se l’interpretazione dei rapporti di forza spagnoli richiedeva attenzione, quella di Monaco è la più banale dell’intera stagione. Nel Principato le F1-75 erano imbattibili: solo una corsa resa folle da un meteo ballerino poteva offrire qualche carta strategica alla Red Bull, da sfruttare con la grave complicità del muretto italiano. Detto, fatto. Rimane però un vantaggio enorme di Leclerc in qualifica – il monegasco stava chiudendo un giro 7 decimi più veloce del precedente nel tentativo finale, interrotto dalla bandiera rossa -, vantaggio che difficilmente sarebbe del tutto scomparso in una gara asciutta.


AZERBAIJAN

Qualifiche: LEC 1° / SAI 4° - Gara: LEC DNF / SAI DNF

Vantaggio prestazionale: incerto

Il fine settimana azero attesta l’importanza della Power Unit 066/7 nelle prestazioni della Rossa. Lo fa nel bene – ossia in qualifica – e nel male, con entrambi i piloti Ferrari costretti al ritiro prima di metà corsa. Proprio come in Spagna, non sapremo mai quale volto avrebbe avuto il GP con Leclerc rimasto in gara mentre conduceva le danze grazie ad un pit-stop in regime di virtual safety car. Verstappen sembrava infatti godere di un leggero vantaggio nel passo ma Leclerc sosteneva di star gestendo le coperture per poi poter rispondere agli attacchi dell’olandese. Too close to call.


CANADA

Qualifiche: LEC 19° / SAI 3° - Gara: LEC 5° / SAI 2°

Vantaggio prestazionale: incerto

La corsa canadese è una sorta di specchio di quella di Baku. A Montreal Leclerc parte dal fondo per la sostituzione della Power Unit e Sainz si ritrova ad inseguire Verstappen dopo la qualifica bagnata. I due, soprattutto nel finale, sono vicinissimi: un buon motivo per immaginare che, visto lo storico stagionale, Leclerc sarebbe potuto scappare via partendo dalla Pole senza troppi problemi. Al contempo, una prova troppo debole per decretare un netto vantaggio prestazionale della F1-75.


SILVERSTONE

Qualifiche: LEC 3° / SAI 1° - Gara: LEC 4° / SAI 1°

Vantaggio prestazionale: incerto

Ancora una volta, l’estate della massima serie propone una gara estremamente complessa da leggere in quanto a prestazioni assolute. Al di là del secondo grave episodio di caos interpretativo al muretto Ferrari, che costa una vittoria meritatissima a Charles Leclerc, tra le curve dell’impegnativa pista inglese la Red Bull di Verstappen sembra avere qualcosa in più rispetto alla Rossa di Sainz, che infatti cede alla pressione dell’olandese e lo lascia sfilare dopo un lungo in uscita da Becketts. Allo stesso tempo, però, la numero 16 di Leclerc mostra per tutta la gara un vantaggio nel passo rispetto alla vettura gemella, con il monegasco capace di allungare nettamente prima della safety car finale nonostante un danno all’ala anteriore presente dal secondo giro. A parità di condizioni, perciò, con tutta probabilità Leclerc e Verstappen avrebbero combattuto per l’intera corsa.


AUSTRIA

Qualifiche: LEC 2° / SAI 3° - Gara: LEC 1° / SAI DNF

Vantaggio prestazionale: Ferrari

Il Red Bull Ring torna invece a decretare la supremazia delle Rossa nella gestione delle coperture. Supremazia che emerge solo parzialmente al sabato, durante la sprint race, per poi diventare palese ventiquattro ore dopo, quando Leclerc supera di gran carriera la RB18 in tre momenti distinti della corsa, riuscendo anche a gestire un problema all’acceleratore nel finale. Da Milton Keynes giungono ammissioni di un errore nell’assetto della vettura ma, come accaduto al contrario a Miami, ciò non cancella la superiorità degli avversari.


FRANCIA

Qualifiche: LEC 1° / SAI 19° - Gara: LEC DNF / SAI 5°

Vantaggio prestazionale: incerto

Il fondo di nuova concezione adottato dalla F1-75 al Paul Ricard è tra i maggiori indiziati quale causa del momento di crisi autunnale patito dalla Rossa. C’è chi, come Alberto Antonini, sostiene abbia penalizzato eccessivamente la F1-75 sul dritto e chi, al contrario, lo accusa di aver banalmente rotto l’equilibrio della monoposto. In Ferrari negano, forti del risultato di un test comparativo con la versione originale svolto a Monza, e il fatto che a Suzuka l’elemento sia stato ulteriormente aggiornato dovrebbe fugare ogni dubbio sulla fiducia di cui gode a Maranello. Ciò nonostante, complice l’opprimente calura estiva e la temperatura stellare dell’asfalto, al Paul Ricard la monoposto di Leclerc è veloce ma estremamente ballerina al posteriore, comportamento esaltato dall’assetto volto a proteggere il treno anteriore. L’intuizione, sposata alla guida di Charles, funziona nella prima parte di gara, con Verstappen costretto ai box anticipatamente visto il consumo maggiore delle proprie coperture; qualche giro dopo Leclerc però sbatte, mettendo fine alla propria corsa. Avrebbe vinto? Noi ipotizziamo di sì, seppur con qualche difficoltà legata al dover sorpassare Max dopo il proprio pit-stop. Una sensazione confermata dal ritmo eccellente di Sainz.


UNGHERIA

Qualifiche: LEC 3° / SAI 2° - Gara: LEC 6° / SAI 4°

Vantaggio prestazionale: Red Bull

Si è parlato molto delle prestazioni Ferrari a Budapest. Ora, nel caso in cui le novità francesi fossero veramente responsabili del tracollo capitato alla F1-75, le difficoltà patite in gara da Leclerc e Sainz si spiegherebbero senza troppi problemi. Eppure, al di là delle prestazioni monstre del venerdì, ci sono vari elementi che suggeriscono di puntare il dito verso un assetto del tutto errato. Proprio nelle libere, le F1-75 volavano soffrendo però di un rilevante porpoising in curva 12. I saltelli al sabato sparirono ma con loro latitò la prestazione, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle coperture anteriori. Proprio ciò che capitò a Miami. E cosa accomuna le due domeniche? Elementare, Watson: un temporale nella mattinata di domenica. Ecco che, allora, una vettura troppo alta per evitare i saltellamenti e un assetto troppo poco concentrato all’anteriore potrebbero aver donato alla Red Bull il netto vantaggio prestazionale dimostrato in gara. A favore di questa tesi, andate a ripescare le dichiarazioni del sabato ferrarista: piloti e dirigenza si aspettavano una domenica sì piovosa al mattino ma, in seguito, più soleggiata del sabato. Pensiero, tra l’altro, corroborato da Meteo France: il sole però mancò, la pista rimase gelida e con loro sparì il ritmo della Rossa.


BELGIO

Qualifiche: LEC 15° / SAI 1° (post penalità VER) - Gara: LEC 6° / SAI 3°

Vantaggio prestazionale: Red Bull

In Belgio entra in vigore la DT-039 che limita le oscillazioni verticali del corpo vettura e, soprattutto, la flessione del plank sottostante alla monoposto – il plank è la tavola in simil-legno che, sfregando contro l’asfalto, evita il consumo del fondo a cavallo di sconnessioni, cordoli, etc. – Proprio l’ultimo trucco, con il senno di poi, rappresentava probabilmente uno dei maggiori punti di forza della F1-75, che grazie ai movimenti controllati della tavola riusciva a viaggiare più incollata al terreno aumentando il carico aerodinamico. Solo voci del paddock, ovviamente smentite da Maranello? Può darsi ma è indubbio che proprio da Spa le Rosse abbiano perso del tutto l’equilibrio, soprattutto nel ritmo gara. Una coincidenza del tutto impossibile da scartare a priori, vista l’entità del peggioramento nella gestione delle coperture, indipendentemente dalla crescita Red Bull.


OLANDA

Qualifiche: LEC 2° / SAI 3°- Gara: LEC 3° / SAI 8°

Vantaggio prestazionale: Red Bull

Su una pista maggiormente favorevole alla F1-75, che gradisce tracciati ad alto carico, la Rossa si difende meglio che a Spa in qualifica ma in gara è nuovamente il consumo gomma a tarpare le ali di Leclerc e Sainz, entrambi sempre più in difficoltà con il passare dei giri.


ITALIA

Qualifiche: LEC 1° / SAI 18°- Gara: LEC 2° / SAI 4°

Vantaggio prestazionale: Red Bull

A Monza l’assetto spregiudicato delle F1-75 e una Power Unit spinta con più vigore nonostante i problemi d’affidabilità regalano al popolo ferrarista una Rossa che, almeno fino alla domenica mattina, sembra potersi giocare la vittoria. In realtà Verstappen è imprendibile nel ritmo e la buona gestione del fine settimana serve solamente a battere nettamente le Mercedes, più che insidiare in corsa Super Max (partito 7°).


SINGAPORE

Qualifiche: LEC 1° / SAI 4°- Gara: LEC 2° / SAI 3°

Vantaggio prestazionale: incerto

Singapore si addice talmente bene alla F1-75 che solamente le condizioni bagnato, soprattutto in gara, penalizzano Leclerc privandolo di una vittoria altrimenti meritata. Meritata, certo, nel confronto con Perez, che solamente nei giri finali guadagna qualche secondo sul monegasco autore di un forcing disperato e distruggi-gomme alla ripartenza dopo l’ultima safety car. Con tutta probabilità, Verstappen avrebbe dominato la corsa partendo in testa; allo stesso modo, però, in condizioni di asciutto totale azzardiamo l’ipotesi secondo la quale le Rosse avrebbero reso ancora meglio. Facendo la somma, un risultato incerto.


GIAPPONE

Qualifiche: LEC 2° / SAI 3°- Gara: LEC 2° / SAI DNF

Vantaggio prestazionale: Red Bull

In Giappone la F1-75 si difende bene soprattutto sull’asciutto del sabato, mentre sul bagnato della domenica si ripropone l’ormai cronico consumo eccessivo delle coperture anteriori. Verstappen rimane nettamente superiore, questo è innegabile, ma sarà soltanto Austin – secondo le previsioni asciutta per tre giorni – a dirci se il degrado anomalo è da collegare al mancato equilibrio post DT-039 o alle croniche difficoltà in condizioni intermedie, in parte sperimentate già ad Imola (seppur in misura minore). Noi propendiamo per la prima ipotesi.


LA CONCLUSIONE

Dal Bahrein a Suzuka si sono susseguiti 18 GP. Secondo la nostra analisi, la Ferrari ha goduto di un vantaggio prestazionale netto in sole 4 (quattro) occasioni. Le corse definibili incerte, ossia il cui esito è legato in maniera rilevante ad episodi di corsa e non ad una supremazia tecnica, sono state 7 (sette). Infine, la Red Bull ha goduto di un netto vantaggio nelle restanti 7 (sette) occasioni, prevalentemente concentrate dopo la pausa estiva.


Considerando come in molti potrebbero obiettare rispetto alla scelta di definire il GP di Singapore incerto e non favorevole a Red Bull, anche un bambino alle prime armi nella lettura noterebbe come la vettura austriaca abbia letteralmente dominato da Budapest in poi.


Come già accennato durante l’analisi, però, noi tendiamo ad escludere le difficoltà della trasferta ungherese dal trend che ha colpito la F1-75 da Spa in poi, imputando ad un errore d’assetto lo scarso risultato.


È invece palese come dal Belgio in poi la Rossa abbia patito enormi difficoltà in qualunque fase del weekend. I tentennamenti, percepibili già durante le libere quando i tempi non arrivano più ‘subito’ come accade a Verstappen, si palesano tanto in qualifica quanto in gara. Andate velocemente a riguardare i risultati della prima metà di stagione: in molte corse definite incerte, le Rosse hanno dominato le qualifiche, con Leclerc capace anche di vantaggi superiori ai due decimi. Al contrario, dall’introduzione della DT-039 il monegasco o Sainz arrivano spesso a sfiorare o conquistare la Pole per pochi millesimi, per poi pagare quei famosi due decimi (o ben di più) nel passo gara.


L’intero fine settimana delle Rosse è perciò peggiorato, checché ne dicano a Maranello. Ovviamente, una vettura squilibrata esagera i distacchi in corsa dato che nell’equazione entra prepotente il consumo gomma.


In definitiva, la rimozione del plank flessibile sembra aver esteso all’intero arco delle condizioni di pista i problemi di bilanciamento che la Rossa pativa solamente in condizioni di scarso grip, quali quelle incontrate ad Imola o a Miami.


Nessuno può affermare al 100% che le difficoltà non siano legate ad altro, come ad un aggiornamento mai dichiarato rivelatosi fallimentare – per esempio, alla sospensione posteriore che veniva indicata tra i responsabili del porpoising - o una direzione errata nella definizione degli assetti. Sicuramente, poi, la gestione parsimoniosa dei cavalli motore mal si sposa con una vettura concepita per esaltarsi con livelli di carico più alti della concorrenza, resi possibili proprio dalla bontà del propulsore.


A costo di ripeterci, però, la coincidenza temporale tra il calo prestazionale e la DT-039 è troppo rilevante per non venir presa in considerazione, così come il progressivo recupero tra Monza e Singapore sembra indicare un graduale adattamento ai nuovi assetti aerodinamici imposti dalle norme.


Le prossime gare, unite alla bontà della vettura 2023, chiariranno definitivamente il dilemma.



Fonte immagine: Scuderia Ferrari / Twitter

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