Sepang, Malesia. Primavera 2013. Interviste post gara. Sebastian Vettel, dopo aver umiliato in mondo visione Mark Webber, ignorando più volte un chiaro ordine di scuderia volto a congelare le posizioni, senza fare una piega esclama: ‘Oggi ho scavalcato le decisioni della squadra. Non era mia intenzione. Posso solo chiedere scusa, anche se sono consapevole ciò possa sembrare incurante. Ma è la verità’. Curioso, considerando la spietata risolutezza mostrata pochi minuti prima in pista. Anche comprensibile, volendo, date le motivazioni alla base del gesto. Vettel, infatti, coltivava da tempo il desiderio di una vendetta – come raccontato anni dopo da Horner – nei confronti del compagno di squadra, reo di averlo stretto in partenza contro il muro sei mesi prima ad Interlagos. La mossa di Webber, decisamente maliziosa, era quasi costata il titolo a Vettel, visto che le posizioni perse alla prima curva avevano indirettamente determinato il successivo contatto con Bruno Senna, dopo il quale Sebastian era riuscito a ripartire grazie a un vero e proprio miracolo.
Hockenheim, luglio 2018. Il weekend dell’Errore con la E maiuscola, almeno agli occhi del grande pubblico. La conferenza stampa del giovedì è adombrata dalle notizie provenienti dalla Svizzera: Sergio Marchionne è in fin di vita. La Scuderia sta per perdere il Presidente che, per quanto controverso nei modi, ha riportato il Cavallino Rampante a giocarsi il titolo mondiale dopo gli anni bui della prima era ibrida. Vettel non perde un secondo, e alla domanda riguardo il futuro compagno di squadra risponde: ‘Mi piace Kimi, andiamo d'accordo e non abbiamo mai avuto un problema, […]. Credo che Charles in un modo o nell'altro avrà una grande carriera, è giovane e non deve avere fretta, anche se quando sei giovane hai sempre fretta in ogni caso. Non so chi sarà il mio compagno il prossimo anno, non sono decisioni che spettano a me, ma credo che entrambi sarebbero adatti a guidare per la Ferrari.’ Al di là della precisazione finale, la frase sottolineata è di gran lunga la più importante. Sebastian, è bene ricordarlo, risponde ad una domanda. Ma non esita un attimo nel lanciare messaggi precisi. Sa benissimo che Marchionne intorno al Gran Premio del Canada era spazientito dalle prestazioni in calando di Kimi Raikkonen (in realtà poi ripresosi già dal GP di Francia).
In diversi criticarono Sebastian per le tempistiche delle dichiarazioni di Hockenheim. Ed anche se dalla domenica successiva contarono poco, visto l’esito della corsa, furono esemplificative, almeno quanto quelle di Sepang, di un’abilità del tedesco comune a tanti campionissimi. Utilizzare la stampa a proprio piacimento, veicolando al momento giusto i messaggi giusti. Ognuno, tra l’altro, con un suo stile. Senna era passionale anche in un’intervista, spesso spaziava dalla pista al mistico, ma il titolo lo regalava sempre. Sapendo benissimo che gli avversari o i membri della propria squadra, Prost e Ron Dennis in primis, si sarebbero concentrati su quello. Prost stesso era un mago nel medesimo esercizio. Lauda scrisse una biografia a poco più di trent’anni, con ancora tutta la seconda parte di carriera davanti, solo per togliersi dei sassolini dalle scarpe nei confronti di Enzo Ferrari. Volete un ennesimo esempio? Cercate le dichiarazioni di Michael Schumacher dopo il Gran Premio di Indianapolis 2005, quello vinto dalle Rosse davanti alle Jordan e le Minardi visto il ritiro dei team gommati Michelin. Leggerete parole molto interessanti. Vettel ha la battuta pronta e il sorriso facile, ma sceglie con cura ogni singola parola.
Il teatrino innescato ieri dalle dichiarazioni di Sebastian in merito al divorzio dalla Ferrari, sapientemente orchestrato nelle ore successive dai media tedeschi, segue la stessa identica linea. In maniera, ci permettiamo di aggiungere, incredibilmente efficace. Raccontando di essere rimasto sorpreso dalla telefonata di Binotto e di non aver mai ricevuto alcuna offerta di rinnovo, Vettel racconta di certo il vero. Nessuno lo mette in dubbio. Allo stesso tempo, però, racconta una verità parziale. Confermata oggi, sempre nella sua parzialità (ed anzi ulteriormente chiarita) da Binotto stesso.
Le parole dell’ingegnere reggiano, ovviamente, vengono messe in dubbio. Descritte come un puerile e tardivo tentativo di mettere una pezza ad un disastro comunicativo, soprattutto dai numerossimi ammiratori di Seb, in realtà risentono decisamente delle modalità con cui sono state presentate. È ovvio che se i media tedeschi – guarda caso loro! – riportano le parole di Binotto come accaduto oggi, la moltitudine giudica il Team Principal Ferrari come un falso, la dirigenza come un manipolo di incompetenti. ‘Binotto ammette di non aver mai presentato un’offerta a Vettel, a differenza di quanto riportato nel comunicato riguardante la separazione’. Prego? A differenza di cosa? Mai e poi mai la Ferrari – trovate qui il testo – ha dichiarato qualcosa del genere. Si può contestare la strategia comunicativa interna ed esterna della Scuderia, e ci torneremo tra un attimo, ma metterle in bocca parole mai pronunciate è giocare sporco. Per forza poi Sebastian assume i contorni del martire.
Si può capire perfettamente chi contesta la scelta della separazione in sé. È una posizione del tutto legittima e per niente priva di fondamento. Diventa più complesso seguire chi se la prende con Binotto per avere dichiarato in inverno, sia a Vettel che alla stampa, che il tedesco fosse la prima scelta per il 2021. Poteva benissimo essere vero, senza che eventuali chiacchierate natalizie con Sainz lo smentiscano. In fondo immaginiamo non mancassero nenache con Sebastian momenti di confronto riguardo al futuro. Tra l’altro, nulla vieta che il cambiamento nelle prospettive della Formula 1 abbia realmente scatenato nuovi ragionamenti in Ferrari. Sembra abbastanza chiara da tempo la volontà del Cavallino di concentrarsi sui nuovi regolamenti tecnici. Il 2021 è improvvisamente diventata un’ottima occasione per costruire la squadra del futuro prima dell’introduzione della monoposto ad effetto suolo. A febbraio la situazione era esattamente opposta: sarebbe stato furbo cominciare il 2021 con una nuova coppia di piloti?
Inoltre, nulla vieta che i primi scambi di idee abbiano sottolineato divergenze di vedute con Vettel, soprattutto dal punto di vista economico. La Ferrari ha chiaramente colto la palla al balzo, probabilmente Sebastian era convinto ci sarebbe stata maggiore volontà di dialogo. Che, ripetiamo, con nuove monoposto alle porte probabilmente sarebbe esistito. Con le nuove tempistiche, no.
Esploriamo per un attimo le ipotesi alternative. Quanto sarebbe stata credibile un’offerta a Vettel sugli stessi livelli retributivi di Leclerc? Poco, molto poco. Molto più offensiva di non perdere tempo in inutili attendismi, osiamo suggerire, una volta scelto di cogliere l’attimo del post pandemia. Degradare in quel modo un quattro volte campione del mondo sarebbe stato patetico. Soprattutto avendo ormai deciso, solo il tempo dirà se correttamente, di puntare tutto su Leclerc.
Sebastian Vettel è una bellissima persona, oltre che un grande Ferrarista. Ispira simpatia e il suo percorso travagliato con il Cavallino lo ha reso speciale agli occhi di tanti tifosi, soprattutto per l’impegno mostrato e l’inscalfibile voglia di rialzarsi dopo numerosissime cadute. C’è chi dice che non meritasse di essere trattato così, non dopo aver coperto tante volte le malefatte della Scuderia. Sarà pur vero, ma non sembra che dall’estate 2018 sia mancato il supporto reciproco da parte della dirigenza di Maranello. Nessuno ha mai rimarcato errori oggettivamente, e fa molto male dirlo, imbarazzanti. Lo stesso Binotto poteva rimanere in silenzio dopo Monza e limitarsi a celebrare Leclerc, o evitare di dire alla radio all’affranto Vettel in Bahrain che un errore del genere capita a tutti, quando in realtà è raro anche in F3.
Vettel doveva rimanere in silenzio e non raccontare la sua versione della storia? Assolutamente no. Di certo, però, il suo è stato un racconto parziale. Perfettamente veicolato e magistralmente capace di erigerlo in zona martire, come probabilmente desiderato da una persona ferita dalla fine di un sogno, rubatogli da un ragazzino con ancora tutto da dimostrare.
Sarebbe importante ricordarlo, magari immaginando un comunicato stampa più sincero riguardante la separazione: ‘ La Scuderia Ferrari ha deciso di non rinnovare il contratto di Sebastian Vettel perché non lo ritiene più la miglior possibilità di agguantare il titolo mondiale’. Leggermente più umiliante, no?
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